mercoledì 26 dicembre 2012

Proposte per una riforma del Parlamento



Sulla base della mia esperienza, se verrò eletto, ho intenzione di proporre nella prossima legislatura una radicale riforma del Parlamento. La priorità è contenere l'eccesso di leggi, che è la principale causa della cappa burocratica. In Italia se ne approvano troppe, spesso sbagliate e disorganiche, senza alcuna verifica dei risultati, a volte solo per rispondere a un titolo di giornale. Tutti in campagna elettorale promettono di approvare tante norme, io mi impegno a proporre di eliminarle rendendole più intelligenti. Ho elaborato una proposta sull'organizzazione dei lavori parlamentari.



1 - Il Parlamento si riunisca in sede legislativa solo una volta al mese per approvare non più di una decina di leggi l'anno. Le prime dovranno essere ampie delegificazioni che delegano molte competenze all'amministrazione. Da ciò scaturiscono due vantaggi; da una parte il Governo può provvedere alla gestione della cosa pubblica senza ricorrere a modifiche normative e nel contempo l'attività del Parlamento viene liberata da minuzie amministrative, potendo dedicarsi ad alta legislazione con la produzione di Codici unitari nei diversi campi. Verrebbe ripristinata la legalità costituzionale riconducendo i decreti legge e le leggi delega entro i confini stabiliti dalla Carta e ormai superati da norme frammentate e prive di necessità e urgenza.

2 - A fronte di una maggiore autonomia nella gestione della cosa pubblica, il governo deve essere sottoposto a un effettivo potere di indirizzo e controllo del Parlamento. Questo potere va inoltre concretizzato con regole molto più definite. Oggi una mozione parlamentare serve come bandierina per chi la propone, ma nella maggior parte dei casi non ha alcuna conseguenza pratica. Le interrogazioni sono attività burocratiche la cui risposta dipende dal ghiribizzo del Governo. Le stesse interrogazioni formali dovrebbero essere ridotte a questioni di rilevanza generale, mettendo però a disposizione dei parlamentari strumenti diretti di accesso alle informazioni sull'attività dell'amministrazione. È assurdo ad esempio che il Parlamento debba chiedere al Governo i dati sulla gestione del bilancio che dovrebbero essere controllabili in tempo reale e con accesso diretto alle banche dati dei ministeri.

3 - In generale, le Camere dovrebbero dotarsi di strumenti efficienti di monitoraggio di tutte le attività amministrative. In particolare, dovrebbero istituire una struttura di alta professionalità per la Policy analysis con l'obiettivo di verificare i risultati ottenuti dal Governo in sede attuativa e acquisire indicazioni utili per la legislazione successiva. Questa attività di rendiconto è oggi completamente ignorata e spesso si approvano leggi che ripetono pedissequamente gli errori già compiuti. All'attività di controllo e indirizzo bisognerebbe dedicare la massima attenzione e gran parte del tempo disponibile.

4 - Il Parlamento deve essere la Casa delle Autonomie territoriali, il luogo di confronto e di concertazione permanente con le Regioni e gli Enti Locali, secondo l'ispirazione dell'articolo cinque della Costituzione, quel mirabile principio del Riconoscimento che fonda un prius storico e nazionale nelle comunità territoriali rispetto alla formazione statale unitaria. Questa grande intuizione dei padri costituenti è stata smarrita da quando si è preso a parlare di federalismo in senso mitologico e finanziario. Da qui è venuta l'aberrazione di collocare la Conferenza Stato-Regioni presso il Governo, escludendo il Parlamento da questa fondamentale relazione costituzionale e riducendo impropriamente la sua attività sulla scala dell'Amministrazione centrale.

5 - Infine, l'ascolto delle forze vive del paese dovrebbe essere il cuore dell'attività parlamentare. Non solo adottando tutte le metodologie tecnologiche disponibili per garantire l'accesso alle informazioni e il dialogo con i cittadini, ma attivando canali di consultazione delle forze sociali, di associazioni e di esperienze significative della vita sociale e culturale. I lavoratori di una fabbrica, i cittadini che organizzano una petizione, gli studenti che invocano provvedimenti a favore dell'istruzione - per fare solo alcuni esempi - sono esperienze che devono trovare udienza e confronto secondo procedure ordinarie e ben definite.
I problemi e le risorse della cultura del Paese devono essere rappresentati nel confronto istituzionale. Anche col supporto di un rinnovato ruolo del Cnel, la concertazione sociale deve trovare un punto di riferimento costante nel Parlamento. Occorrono regole e strutture perché possa svolgere davvero il compito di Istituzione della coesione nazionale.


Poche leggi di alta qualità, forte attività di controllo e indirizzo, Policy analysis, Casa delle autonomie territoriali e Istituzione della coesione nazionale sono i caratteri che possono restituire centralità al Parlamento non in modo retorico, ma per una concreta presenza nella vita nazionale. In questo indirizzo il ruolo del parlamentare deve ritrovare la credibilità del rappresentante della Repubblica.

1 commento:

  1. L'attuale assetto organizzatorio è risultato fallimentare e dispendioso.Il Parlamento deve avere solo una camera e pochi rappresentanti,cui applicare il contratto dei pubblici dipendenti.In caso di assenza ingiustificata,deve scattare la decadenza.I privilegi e le indennità devono essere revisionati subito.Gli apparati politici costituiscono una filiera troppo lunga.Gli enti locali sono inutili e dannosi.Il comune,l'unica entità politica deve avere una certa popolazione ed uno staff di professionisti reclutato con concorsi nazionali.La minoranza deve fare parte della Giunta per avere immediata conoscenza delle iniziative e contestarle contestualemente.Il consiglio non ha alcuna funzione.Il ballottaggio deve essere soppresso,per ridurre le spese eccessive che comporta.La società ha l'esigenza di una "rivoluzione" degli attuali assetti.Basta con le "favole" raccontate dai soliti Signori della politica,che hanno creato vassalli,valavassori e valvassini,a livello territoriale,per mantenere ben saldo il potere,che viene spartito dai vari partiti,che simulano rinnovamenti,ma solo per evitare il tracollo e l'accesso a persone preparate,serie e leali,che intendono perseguire soltanto gli interessi dei cittadini;volontà che è incompatibile con gli interessi dei potenti gruppi finanziari,di cui tutti i partiti maggiori presenti nel Parlamento sono autentici portatori.

    RispondiElimina