sabato 20 aprile 2013

Tre voti, due strade, un racconto


Nel momento più difficile si poteva dare alla Repubblica un nuovo Presidente di alto profilo. Stefano Rodotà aveva la credibilità per ricostruire la fiducia nelle istituzioni. Non è un candidato di parte, è una personalità che ha sempre avuto a cuore la garanzia dei diritti di tutti e la sovranità della Legge contro qualsiasi sopruso. Sarebbe stata una novità che avrebbe sbloccato la situazione politica. In breve tempo si sarebbe potuto formare quel governo di cambiamento che abbiamo inutilmente cercato in questi due mesi. Il mio voto stamane non è mancato, e ho sperato che si potesse realizzare un'ampia convergenza per la sua elezione. 





Lo avevo votato anche due giorni fa, in contrasto con la proposta ufficiale di Franco Marini, nei confronti della quale avevo dichiarato apertamente e per tempo le mie intenzioni, assieme a molti colleghi. C’è una grande differenza tra il nostro dissenso dialogante e la ripicca silenziosa di coloro che ieri hanno affossato la candidatura di Romano Prodi, dopo averla accolta tra gli applausi solo qualche ora prima. Il voto per il fondatore del PD rappresentava la speranza di abbandonare finalmente l'ossessione dell'intesa con la destra, e di ritrovare l'unità di tutti i parlamentari democratici.

Rodotà e Prodi, insieme a Zagrebelsky, erano le personalità che indicavo alla vigilia dell’evento, e per loro mi sono impegnato. Ma al di là della girandola dei nomi, va preso atto di come nel partito ci sia ormai una divaricazione di linea politica. C’è chi pensa che occorra salvare la Seconda Repubblica con un accordo almeno istituzionale con Berlusconi, e chi ritiene invece sia ormai maturo il tempo di andare oltre, con tutte le incognite e le opportunità, ma anche con la volontà di riguadagnare il consenso di tanti elettori. 
I primi sono la maggioranza.

Per parte mia ho sempre creduto alla seconda strada, proponendola già nella prima riunione della direzione post-voto e poi in tutte le decisioni successive, sempre alla luce del sole, senza mai coprirmi dietro le ipocrisie e i tradimenti. Allo stesso modo, giunti all’ultimo atto di oggi, non ho potuto né voluto unirmi alla scelta di Napolitano, preferendo votare scheda bianca.

Il fallimento di questi giorni pone l'esigenza di ripensare il progetto del PD senza disperdere le sue virtù, che pure rimangono. C’è un elettorato intelligente e appassionato, unito pur nelle diversità, sempre più avanti dello stato maggiore che avrebbe dovuto guidarlo. Il progetto non ha funzionato al livello della classe dirigente che è rimasta divisa, spesso per convenienza.

28 commenti:

  1. grazie, ancora una volta possiamo contare su di te.

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  2. "Nel momento più difficile si poteva dare alla Repubblica un nuovo Presidente di alto profilo", per parte nostra, oppure di medio per qualche parte, o uno basso per parte loro. Non devo neanche dirlo dove si può trovare la virtus.
    grazie comunque del contributo formalmente corretto.
    G.Testa

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  3. speriamo che ce ne siano molti altri

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  4. E grazie anche per non aver dimenticato, almeno te, che "solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero"

    Marina

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  5. Prima di ogni cosa voglio dirti GRAZIE.Come sai non sono molto avvezzo alle nuove tecnologie ma l'emergenza fa da stimolo.I primi come li definisci sono la maggioranza all'interno del Palazzo ma una grande minoranza nell'elettorato.Nei giorni scorsi hai detto ascoltando le parole di Fassina ti sono cadute le braccia,beh un minuto fa lo stesso commentando le richieste di voto per il Prof.Rodota'che arriva dal mondo reale lui da Marte precisa che bisogna rispettare chi ha votato per il centro sinistra.Se non si è in grado di svolgere il proprio ruolo sarebbe più opportuno cambiare mestiere.Walter abbiamo bisogno che si riparta le basi ci sono manca la guida seria onesta trasparente che dia forza e riprenda la sua vera strada ed in prima fila tu non puoi e non devi mancare.Un abbraccio fortissimo Marco Conti.

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  6. Walter, grazie, ma te la faranno pagare anche questa volta. Te l'avevo detto che questa volta il PD era una causa persa! Bersani è sempre stato troppo accomodante con gli avversari interni, lasciandogli la gestione di settori importantissimi del partito, quale la comunicazione. Ha usato la "clementia caesaris" e ha fatto la fine di Cesare, pugnalato a tradimento dai congiurati. Come ha detto Vendola, che è un vero "animale" politico, ha vinto Berlusconi. Mi sento veramente avvilita e delusa. Franca/Nikita.

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  7. Il nouvel observateur ha commentato in quasi-diretta: "Un partito ormai fantomatico la cui coalizione è maggioritaria alla camera dei deputati, ma che non riesce a far eleggere il proprio candidato alla presidenza della repubblica. Il PD, che fu il potente movimento di Enrico Belringuer, non è più che la somma di fazioni rivali e di ambizioni personali. che nulla più riesce a saldare". A frima di Guillaume Malorie stasera alle 18,45.
    Difficile non condividere lo sgomento. Grazie comunque, Walter, per avere rappresentato fino in fondo un bisogno di dignità.

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  8. Caro Walter, credo che le due anime del PD di cui parli debbano assolutamente DIVIDERSI. Di questo ne gioverebbe la vostra parte perché vi assicuro che la maggioranza degli elettori la pensa come voi e premierebbe certamente la vostra scelta.
    Vi prego rifate il prima possibile UN PARTITO DI SINISTRA e riconquistate i voti di tutti i delusi.
    Anche se dovessimo finire all'opposizione, potremmo camminare nuovamente a testa alta (oggi mi vergogno del mio voto al PD...)

    Un caro saluto, Federico

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  9. Caro Walter
    questa volta non sono daccordo, credo che tutti voi abbiate dato un pessimo spettacolo ai cittadini italiani cercando di regolare i nodi irrisolti del sistema democratico interno del PD, dalla sua nascita sotto il ricatto di ceti politici figli di altri tempi e di altri elettorati, nel modo e nel momento sbagliati.
    Come ha detto Vendola avete pensato di fare un congresso del PD durante l'elezione del capo dello Stato e siete caduti nel clima grillino che ha fatto dell'elezione del presidente un televoto per miss Italia, ognuno cercando il suo candidato ideale finendo per demonizzare Marini(che può non piacere ma è tra i fondatori del PD)e (chiunque sia stato: già chi è stato?) per umiliare il fondatore dell'Ulivo. Col risultato che il PD non ha un suo esponente (attuale) al Colle: bel successo, salvo poi votare allineati e coperti (salvo qualche eroico resistente..) Re Giorgio II.
    E non vale dire che si è fatto per battere il governissimo perchè su questo punto Bersani è stato chiarissimo e adesso che Bersani è stato umiliato più di tutti la strada del governissimo, con Napolitano, è molto più spianata (e forse anche quella di Renzi).
    Francamente credo che nel PD debba finire l'epoca dell'occupazione abusiva dei centri di potere, soprattutto locali, senza una adeguata e garantita vita democratica che eviti i colpi di mano di personaggi che si sono trovati ad avere una rendita di posizione che usano più che altro per sopravvivere (con lauti finanziamenti pubblici finora).
    Occorre che tutti noi, e tutti voi, mi spiace metterti dall'altra parte della barricata, ci assumiamo che il Partito Democratico non sono ne i suoi parlamentari ne i suoi dirigenti, che ne sono una (oggi debbo dire inadeguata) rappresentazione, ma gli elettori, quelli che votano alle primarie e gli iscritti che tengono aperti i circoli che non contano un beneamato niente e spesso sono ostaggi dei ras locali.
    E se non sono i circoli al centro dell'organizzazione del PD i cittadini, che pure dimostrano sempre di voler partecipare, non hanno strumenti per farlo: le primarie che pure sono l'unica vera innovazione portata dal PD non possono bastare e rischiano talvolta di dare esiti squilibrati; perchè manca la dinamica democratica che le prepari e le renda efficaci.
    Altri strappi non se ne possono fare occorre che il confronto venga riportato nelle sedi giuste, l'assemblea nazionale prima di tutto ed il congresso , quanto prima.
    Nel frattempo io mi occuperò di ridare voce e visibilità al Partito Vero, voi spero che smettiate di sprecare i nostri soldi e le nostre energie.

    Benedetto Tilia

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    1. Bene Benedetto, sono d'accordo pienamente. Una cosa voglio aggiungere, Mi sono preoccupato da subito, quando ho visto che il PD era molto tiepido di fronte al percorso indicato da Bersani; Renzi a parte, che non era tiepido ma che è entrato a gamba tesa. Ora è evidente che il bersaglio era Bersani e l'orchestrazione perfetta. Probabilmente, al di là delle sciocchezze che ho letto in giro, l'unico che lavorava per il cambiamento, anche nel Partito, era Bersani. Basti guardare alla sua segreteria, ai segretari regionali (per la maggior parte giovani), alle parlamentarie; andava fermato. E lo hanno fatto a costo di distruggere l'immagine di un partito che resta la speranza di quelli che stanno sulla frontiera sociale più esposta. Fatevi sotto ora Orfini, Fassina, D'Attorre e quanti altri.

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    2. cari Benedetto e Marino, rifletterò a mente fredda sulle vostre critiche, per adesso non mi convincono. Come sapete sono stato sempre a fianco di Bersani, addirittura ho scritto la sua mozione congressuale, senza mai utilizzare la sua amicizia per ottenere posizioni di potere nel partito, come mi pare sia evidente a tutti. Non ho condiviso la sua politica in questi due mesi e l'ho detto chiaramente alla prima direzione nazionale dopo il voto. Sono stato l'unico, purtroppo, a parlare chiaro nella sede propria, mentre tutti quelli che non condividevano sono rimasti ipocritamente in silenzio. Bersani non si doveva candidare premier dopo aver perso le elezioni, doveva lanciare un altro candidato e guidare il processo da segretario, ne sarebbe uscito più forte e ci saremmo evitati tutti gli errori successivi. Quello di Marini non era un problema di persona, peraltro da me molto stimata. Il suo nome era concordato con Berlusconi e questo al di la dei nominalismi avrebbe portato ad un governo condizionato dalla destra, che invece poteva essere lasciata nell'angolo, a mio avviso. Certo, poi, la tragica smentita su Prodi ha aggravato la situazione e ci ha portato al governissimo che si voleva evitare. Si può anche sbagliare in passaggi difficili come questo, vi assicuro però che ho sempre ragionato a mente libera, non avendo mai fatto parte di gruppi o di correnti di questo partito.

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    3. Walter, sai quanto ti stimo e ti consideri un punto di riferimento della mia personale riflessione politica. Credo che questa volta dai "nostri" non si sia visto con attenzione cosa stava accadendo. Tralascio le ragioni che credo ci siano tutte per non spingere su un candidato di sinistra alla figura di presidente della repubblica (lo farò sul mio blog) e mi concentro su altro.
      Mentre una parte del PD pensava si consumasse una battaglia per un "presidente migliore" (come se fossimo in una repubblica presidenziale o marini non possa esserlo visto che, se vogliamo dirla tutta, è stato molto più efficace nel contrasto di berlusconi scalfaro piuttosto di napolitano) la vera congiura era quella di un potere presente trasversalmente che vedeva in bersani (che anch'io non capisco da qualche mese pur avendolo sostenuto in questi anni con convinzione) il pericolo di un governo di cambiamento vero.

      Bersani, con la sua segreteria e tra diecimila limiti, ha tuttavia saputo rappresentare la punta più avanzata della sinistra che si candida al governo in questo paese. Abbattendo la credibilità del segretario sia su marini che su prodi si è voluto abbattere questo "rischio" e questo non sarebbe passato in un congresso o in una direzione doveva passare nel segreto del parlamento dove i deputati e senatori sono inseriti in lista sulla base di quote e pesi anacronistici, talvolta fermi al 2009. Berssani ha gestito male la fase precedente ma qualsiasi cosa avesse fatto in quelle 48 ore avrebbe comunque sbagliato. Se avesse lanciato rodotà il pd sarebbe finito ad essere un satellite di grillo (la stampa ci avrebbe tritolati) e, soprattutto, spero che nessuno pensasse che poi grillo avebbe fatto il governo con noi. sono 60 giorni che cerchiamo un punto di mediazione con grillo e la risposta è stata no a tutto, grillo non rappresenta il cambiamento ma è funzionale al blocco di potere che è contro al cambiamento, fa il lavoro sporco che fù chiesto al PCI di controllare la piazza affinché non faccia danni ma c'era il PCI e le cose erano ben diverse.

      In questa operazione ha vinto la conservazione sull'alternativa e la seconda si è fatta battere politicamente, si è fatta prendere dal dito mentre perdeva la luna. Non è finito il PD, che avremmo comunque cambiato al congresso, è finita la sinistra che va al governo. Abbiamo avuto la fiducia nel 1996 e nel 1998 è andata come è andata, nel 2006 e nel 2008 uguale, adesso nel 2013 ci siamo persi dopo 60 giorni. Ma chi ci voterà nel 2014? Ciò che è accaduto è molto di più di un voto, uno tsunami nel quale siamo stati inghiottiti e non usciremo facilmente. abbiamo un gruppo dirigente giovane ma inesperto e incapace a fare politica, forse a fare tattica ma manco lo so. Non abbiamo una cultura politica diffusa nel partito e non abbiamo più nemmeno la possibilità di conquistarci la fiducia del buon governo. Abbiamo fatto la figura di quegli adolescenti a cui viene data la chiave della casa al mare per fare una festa e distruggono tutto presi dalla voglia di strafare, chi ci darà mai le chiavi? come li convinceremo? Non era meglio rinunciare a qualcosa per puntare a qualcos'altro?

      Tralascio anche una riflessione amara su certa "sinistra" italiana speculare a berlusconi, che fanno tifo da stadio che ad ogni passo vorrebbero la dittatura del proletariato senza accorgersi che siamo minoranza numerica, politica e culturale. a me hanno insegnato che l'analisi dei rapporti di forza sono la base di ogni battaglia, figurati quella per il cambiamento sociale.

      Continuerò a lavorare per un paese migliore ma certo la sinistra italiana appare la nemica di se stessa.

      con la solita stima un abbraccio


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  10. Bene. Quasi.

    Separazione consensuale è l'unica strada. E che si lascino Renzi e Letta a godersi il 12% dei voti.

    T.I.N.A.

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  11. Che bello leggere le tue parole dopo questi giorni di buio totale! Riesci a darmi ancora un po' di fiducia nella politica. Non solo condivido al 100% la tua scelta, ma apprezzo il coraggio e la trasparenza con la quale l'hai sostenuta. Pretenderei che chi ha silurato Prodi (che poi sono gli stessi che non avrebbero votato Rodotà se Bersani avesse avuto il coraggio di sostenerlo) si facciamo avanti, che abbiano almeno questo sussulto di dignità. Ma non ce l'hanno

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  12. Nel commentare a caldo la notizia di quella elezione ho espresso il mio pensiero, che qui trascrivo: La vicenda dell’elezione a stragrande maggioranza del presidente della Repubblica nella persona di Giorgio Napoletano testimonia la durezza del guscio che si oppone alla nascita di una nuova democrazia e conferma una convinzione: la strada obbligata per la ricomposizione di un quadro politico accettabile ha il suo passaggio obbligato nella frantumazione del PD, e la sua speranza nel contributo che i suoi frammenti potranno dare alla ricostruzione, nell’Italia di oggi, di un nuovo Centro, una Destra decente, e – magari – di un Sinistra adeguata. Spero, Walter, che getterai il peso della tua lucitità in questa direzione. Eddy Salzano

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  13. Pieta’ per la nazione i cui uomini sono pecore
    e i cui pastori sono guide cattive
    Pieta’ per la nazione i cui leader sono bugiardi
    i cui saggi sono messi a tacere
    Pieta’ per la nazione che non alza la propria voce
    tranne che per lodare i conquistatori
    e acclamare i prepotenti come eroi
    e che aspira a comandare il mondo
    con la forza e la tortura
    Pieta’ per la nazione che non conosce
    nessun'altra lingua se non la propria
    nessun' altra cultura se non la propria
    Pieta’ per la nazione il cui fiato e’ danaro
    e che dorme il sonno di quelli
    con la pancia troppo piena
    Pieta’ per la nazione – oh, pieta’ per gli uomini
    che permettono che i propri diritti vengano erosi
    e le proprie libertà spazzate via
    Patria mia, lacrime di te
    dolce terra di liberta’!
    Pier Paolo Pasolini

    (Marina)

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  14. Non si é voluto comprendere il senso più profondo del voto di febbraio. Ubriacati da una legge elettorale che con il 29% dei voti validi ti consegna il 55% dei seggi in Parlamento, non si é voluto vedere che PD e PDL hanno perso milioni di voti e che il M5S ne ha guadagnati altrettanti. Un atto di sfiducia aperta verso una classe politica, di destra e di centro-sinistra, e una voglia di rinnovamento profondo del sistema politico italiano. Il PD ha scelto di chiudersi a riccio nel bunker della Seconda Repubblica. Il problema adesso é come tenere accesa la speranza di un cambiamento, evitando che essa rifluisca nella rassegnazione o in pulsioni pericolose per la democrazia

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  15. Caro Walter, ti seguo da Bruxelles dove ormai da mesi abbiamo aperto un circolo che finanziamo dalle nostre tasche, facciamo attività sull'europa verso la nuova e la vecchia emigrazione. Credo che da questo, come giustamente dici tu, bisogna ripartire, dal corpo vitale del partito che non ci stà a giocare ai piccoli personalismi che affollano le menti di una classe dirigente che si è dimostrata inadeguata. Io ho ascoltato il tuo intervento in Direzione nazionale, l'idea del piano B dopo Bersani per scongiurare il rischio di restare senza carte in mano al primo rifiuto grillino, poi c'è stato un buoi di tattica e di strategia fino alla incomprensibile decisione di ieri che fa commissariare il partito al Presidente della Repubblica. Credo davvero che solo un congresso anticipato, dove emergano punti di frattura politici e non personali, possa farci ripartire con un poco di legittimità e se questo significa rottura da parte di qualcuno ben venga, meglio di restare sempre in questa terra di mezzo

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  16. grazie. Speriamo che queste valutazioni diventino la linea di un partito rinnovato dalle fondamenta.

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  17. Peccato che nel PD ce ne siano pochi come Lei, che saprebbero ascoltare la società anziché chiudersi su se stessi. Solo non capisco a questo punto la scheda bianca, dopo aver scritto quel grande discorso che è "La franchezza del tiratore".

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  18. Caro Walter, come disse Gramellini: partito PD: participio passato.
    Credo sia il momento buono per riformare (rifondare?) il partito. E’ ora di togliere di mezzo ed espellere i parassiti; quelli che sono della destra del prendere e non della sinistra del dare.
    E’ ora di ritornare alla buona politica che trae origine dalla Polis e che il popolo della sinistra chiede invano da anni. Sono convinto che i mezzi informatici siano oggi il mezzo ideale per rinnovare quella interazione con i cittadini che era alla base concettuale della polis greca e che, come Grillo ha dimostrato, creano un canale diretto ed immediato con gli elettori, saltando le strutture dei circoli che oggi non possono più funzionare e, di conseguenza, eliminando la necessità di gran parte dell'apparato intermedio tra la direzione e la base.
    Per rinnovare la classe dirigente di questo paese e ritornare agli ideali dei padri fondatori, la tua dedizione, esperienza e passione sarà essenziale, come quella di tutti coloro che considerano la politica un servizio e non un’occupazione poco faticosa e ben retribuita.
    Non scoraggiarti.
    Marco Tomljanovich

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  19. Caro Walter, innanzi tutto un ringraziamento di cuore per la coerenza e la trasparenza delle tue scelte (merce rarissima, ormai). Credo che occorrerà molta freddezza per analizzare la situazione utilizzando strumenti e categorie della politica. C'è, nel PD, una evidente divaricazione tra due linee politiche: Bersani, nel tentativo generoso di salvaguardare l'unità del partito, ha finito per interpretare lui, in prima persona, l'una e l'altra linea (impresa impossibile, che ha finito per travolgerlo). La situazione, drammatica per il PD e per l'intera sinistra, propone due domande radicali: il progetto ispiratore del PD è da giudicare ancora valido, alla luce degli ultimi sviluppi? Si pone o no, a questo punto, un'esigenza di ristrutturazione di tutta l'area politica della sinistra? Credo che occorra al più presto aprire una discussione pubblica su questi temi. Un abbraccio da Gennaro Lopez.

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  20. Caro Walter,
    la tua analisi interna mi chiarisce, ma in fondo non abbastanza.
    In sostanza il mio dubbio è che la maggioranza che deve salvare la seconda repubblica a tutti i costi non sia di gente gravemente responsabile dei destini della patria, ma da collusi.
    Ora che siano collusi per paura, per ricatto, per minaccia, per interessi personali o per semplice cialtronaggine (perché di questo in sostanza si parla), dal punta di vista politico non cambia la sostanza: il PD ormai è inaffidabile.
    Io sono stato un sostenitore esterno e leale, ma alla prova dei fatti mi sento gravemente buggerato. Ed immagino, come me molti altri. Ed ora, se qualcuno mi chiede un'indicazione di voto, perché si fida del mio parere, che gli dico?
    Questo è il problema.

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  21. "I primi sono la maggioranza" e quindi non vedo possibilità per l'attuale PD.

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  22. Anche io sono convinta solo in piccola parte dalla tua analisi. Non mi sembra che si siano "soltanto" scontrate una visione di destra pro-seconda repubblica e una di sinistra pro-nuovo. Queste due visioni avrebbero potuto confrontarsi con più decenza, se quello fosse stato davvero il punto. Non c'era bisogno di esibirsi in questi intrighi da basso impero. Mi sembra invece che si sia dimostrato di aver completamente smarrito un metodo, il senso più profondo del mandato di rappresentanza. Questo lascia sgomenti, perchè - se è così - queste non sono cose risolvibili nell'ambito di un congresso.

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