lunedì 13 maggio 2013

Discorso non pronunciato all'Assemblea del PD


Riporto qui il discorso non pronunciato, causa chiusura della discussione, all’assemblea nazionale del PD dell'11 Maggio 2013.
Il testo è stato pubblicato anche su
Il Manifesto di ieri, 12 Maggio.

È tempo di voler bene al PD. A quello rappresentato in questa sala e a quello di milioni di militanti ed elettori che ci guardano col fiato sospeso. Il PD ha bisogno di cure, non si sente tanto bene. Chi lo ha fatto ammalare oggi vorrebbe proseguire come prima. Da quando è nato non ha mai vinto, anzi è andato sempre peggio alle elezioni politiche. Le sconfitte di ieri sembrano oggi dei successi. Magari avessimo i voti del 2008 che pure non bastarono per battere la destra. Magari avessimo i 19 milioni di voti del 2006 che pure non furono sufficienti per governare. Nella discesa non siamo mai riusciti a invertire la tendenza. 
Anche dopo l'ultima sconfitta del 25 febbraio abbiamo reagito come se non fosse successo niente. Quelli che due mesi fa si gonfiavano il petto, dicendo "siamo pur sempre il primo partito", ora ci spiegano con la stessa sicumera che non abbiamo vinto le elezioni e quindi il governissimo è una scelta obbligata. Più che un obbligo è sembrato un desiderio inconfessabile. Non a caso realizzato con l'ipocrisia dei 101 tiratori ben poco franchi. 

Ecco la verità più amara, che quasi non mi esce dalle labbra per quanto fa male. Berlusconi è stato più furbo dei nostri comandanti. In due mesi non ha sbagliato una mossa mentre i nostri non ne hanno indovinata una. Ha saputo passare all'opposizione di Monti e noi siamo rimasti col cerino in mano. È andato all'assalto del Palazzo di Giustizia ed ha vestito i panni dell'uomo di Stato. Ha fatto capire agli italiani cosa voleva sull'Imu e contro l'austerità europea. Lo abbiamo preso in giro per queste provocazioni, ma ora siamo costretti ad attuarle, anche perché in parte le volevamo anche noi ma non sapevamo dirlo meglio. Il nostro messaggio agli italiani è sempre stato vago: un po' di equità e un po' di lavoro non poteva bastare. Ora abbiamo due doveri, al governo e nel partito.

1. Dobbiamo liberarci dalla superiorità tattica della destra. Bisogna dire al paese cosa ci vogliamo mettere di nostro nel governo Letta. Ci viene subito da dire Lavoro, ma anche qui fuori dalla genericità e dal conformismo. Da venti anni invece di creare lavoro si scrivono leggi e si inventano incentivi fiscali sperando che poi la spontaneità del mercato faccia il resto. E siamo arrivati al massimo della disoccupazione. Per creare lavoro non bastano i legulei né i fiscalisti, ci vogliono imprese creative, amministrazioni efficienti e progetti fattibili: per ristrutturare diecimila scuole rendendole più sicure e accoglienti, non solo per i ragazzi ma anche per gli adulti; per recuperare la più brutta edilizia del secolo e curare l'ambiente; per trasferire nel mondo digitale la memoria della civiltà occidentale che custodiamo malamente; per sostituire alcune costose funzioni ospedaliere con reti territoriali di servizi. Ci vuole un Piano del lavoro per i giovani, non solo con la spesa pubblica, creando nuove convenienze per imprese private e sociali. Bisogna rompere il tabù che da tanto tempo impedisce di progettare e realizzare politiche attive del lavoro.

2. Dobbiamo riconquistare la fiducia degli elettori e dei militanti aprendo le finestre del partito per far entrare aria fresca. Molti vogliono dire la loro e controllare che non si ripetano altri errori. C’è un tumulto di passioni e di idee che chiede a noi parole di verità. Non deludiamo le attese. Sarebbe una diaspora definitiva e ci ritroveremmo al congresso più poveri e meno numerosi. Assemblee dei circoli e singoli iscritti avanzano le loro proposte. Chi le leggerà? Chi risponderà? Organizziamo un metodo nuovo di ascolto della nostra gente. La mobilitazione cognitiva di Barca deve realizzarsi già nella preparazione del congresso. Ci sono tecniche moderne e tecnologie adeguate per organizzare la partecipazione. Abbiamo centinaia di assistenti parlamentari e altrettante persone negli uffici stampa. Mettiamoli insieme per costituire una task-force specializzata che raccolga tutti i contributi e ne offra una sintesi alla prossima riunione di questa Assemblea.

Non è il momento di arroccarsi. Già negli anni passati le correnti hanno chiuso le porte per comandare meglio. Del Comitato dei fondatori del 2007 abbiamo perso tutte le personalità esterne, da Gad Lerner a Carlo Pietrini a tanti altri. Eppure, dovremmo riprovarci seriamente costituendo un Consiglio di Saggi, cercandoli negli ambienti sociali, culturali e territoriali del nostro elettorato. Sarebbe di aiuto al traghettatore. Epifani ha ringraziato i capi corrente che lo hanno candidato. Capisco la cortesia. Gli chiedo solo di utilizzare la sua esperienza e l’autorevolezza per non rimanere prigioniero della cortesia.
Viene dalle organizzazioni sindacali, le quali nel ventennio sono state certamente più solide dei partiti. Per questo motivo quando il Psi vide il pericolo di estinzione si affidò, inutilmente peraltro, a due sindacalisti come Del Turco e Benvenuto. Nella transizione postcomunista Sergio Cofferati, proprio come capo della Cgil, tentò l’assalto alla leadership senza riuscirci. Anche l’ultima stagione della DC, quella dei Popolari, venne affidata al capo della Cisl, Franco Marini, che ebbe l’intelligenza di portarla nel PD. Poi il progetto non ha funzionato come avremmo voluto. Oggi, il compito del traghettatore è più breve, ma incombono sfide politiche che renderanno burrascosa la traversata. Per approdare sulla nuova sponda dovrà togliere il comando ai professionisti delle sconfitte.

23 commenti:

  1. Tutto giusto e sacrosanto.
    Pero' purtroppo io giro tra parecchi blog personali, tutti con interventi secondo me condivisibili e in sintonia profonda (anche se di persone di eta' diverse, storia diverse, ex-correnti diverse, ecc.), e che mi pare rimangono tutti di persone isolate. Che quindi non riescono a contare niente.
    Non potete cercare di collegarvi, di fare gruppo, anche nelle diversità (che non sono una brutta cosa)?

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    1. Grazie per la sacrosanta sollecitazione; al congresso si dovranno unire le persone che hanno in mente un cambiamento profondo del PD. Già sono impegnato per questo obiettivo.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. caro Walter;
    io ho bisogno e credo che vada fatta chiarezza sugli ultimi fatti;
    al Congresso mi aspetto che si chieda ai 101 di esplicitarsi perchè altrimenti la credibilità di un percorso nuovo e trasparente non ci sarà;
    Inoltre è importante il contatto con iscritti/simpatizzanti/elettori, tu sei uno dei pochi che risponde ai messaggi, ma in genere non è così, posso garantirlo, e in momenti come questo bisogna farlo e saperlo fare (senza parole generiche);
    personalmente sono ancora "rabbiosa e incattivita" per ciò che è accaduto e non mi basteranno segnali deboli, inoltro concordo con il messaggio precedente: le persone serie e degne di fiducia devono unirsi per contare, facendo tesoro delle loro diversità, ma unite in un progetto comune di una sinistra senza ambiguità

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  3. Caro Walter, non sono affatto sicuro di poter continuare ad appartenere a una sinistra che ha adottato il criterio di promuovere i mediocri: perché la vicenda dei 101, infine, mi ha lasciato la percezione di una mediocrità infinita, quella di una formazione politica che usa la retorica delle primarie per promuovere desideri, progetti e velleità di soggetti che il più delle volte non sono i migliori. Non ho più voglia di prendere sul serio una sinistra che lascia a casa i migliori ammantandosi della frusta retorica delle primarie e non sapendo poi rispondere delle meschinità della gente che ha promosso. Questa gente non mi piace intellettualmente. Non mi piace la sua indifferenza alle ragioni del lavoro e dei lavoratori. Non mi piace il suo analfabetismo, che si vede da come parla e da come scrive, in modi per me insopportabili. Avevo in mente un'altra idea di sinistra, cioè di politica. Grazie per l'attenzione. (Antonio Peduzzi)

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  4. Per prima cosa perchè non inviate a tutti gli elettori delle primarie 2012, e anche a quelle precedenti, una mail anche solo per dimostrare che non avete buttato nel cestino il loro indirizzo di posta elettronica?
    Maria Pia Gramegna ( più volte elettrice alle primarie )

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    1. Hai ragione, lo dico sempre nei miei interventi in direzione; mi ripeterò

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  5. Concordo con lei, come spesso mi capita. Tutto vero quello che ha scritto.

    Se mi consente, però, vorrei aggiungere qualcosa che manca: "coraggio". Coraggio di osare, coraggio di avere idee nuove e rivoluzionarie. Senza coraggio la sinistra non ha ragione di esistere. La sinistra si è accomodata a "rimorchio" del pensiero unico imperante ed, inevitabilmente, accettando le ideologie della destra (soprattutto in campo economico) non è diventata altro che la brutta copia della destra stessa, senza capire e rendersi conto che la gente, a parità di costi, preferisce sempre l’originale.

    Ora sembra che tutti siano concordi nel ritenere l'austerità il male di questa crisi che impera da anni. Quando, già da qualche anno, sentivo ripetere che i sacrifici a cui siamo chiamati ci avrebbero consentito di risanare le finanze, mi chiedevo se queste persone fossero incompetenti o in mala fede. Mi chiedevo come fosse possibile che una economia recessiva con cotanto carico fiscale potesse consentire il risanamento delle finanze e far ripartire la l’economia. Basterebbe guardare come si governa l’economia di una famiglia o quella di un’azienda per capire che è totalmente falso. Ma poiché sono i grandi economisti ed i grandi professori che ce lo dicono, chi potrebbe osare di dubitarne?

    Il coraggio che io vedo carente (per non dire inesistente) è quello di osare con idee più radicali e rivoluzionarie per un cambiamento di paradigma. La miopia di questa classe dirigente è spaventosa. In Italia non si è voluto capire il fenomeno Grillo, in Europa non si vuole capire il fenomeno delle destre di rottura con l’Europa, spesso xenofobe, che sta sempre di più dilagando.

    Io non lo so se la soluzione è quella di uscire dall’euro, ma sono certa che non possiamo restare nell’Europa dei banchieri. Invece la sinistra, pur di non dare ragione a Grillo e non inimicarsi i poteri forti internazionali, che fa? Accetta la restaurazione e non pensa minimamente di mettere in discussione questo colossale impianto suicida.

    Fino a quando non si prenderà atto che è il sistema che sta implodendo non ci sarà futuro né per noi né per la sinistra. Come può salvarsi l’Italia, l’Europa, ma direi la terra, se tutte le politiche sono volte alla concentrazione in poche mani della ricchezza e, quindi, del potere? No, stimatissimo Professore, la soluzione non è l’ennesima frottola di un fisco più equo.

    Il potere concentrato nelle mani di pochi è nemico dei diritti di molti, è nemico della democrazia, ma soprattutto è nemico della libertà.

    Solo un cambio radicale di paradigma può salvarci se non vogliamo rischiare che la soluzione possa essere un conflitto mondiale, anche peggio dell’ultimo a cui abbiamo assistito nel secolo scorso.

    Penso che mai come ora sia il momento di ascoltare tutti, ma soprattutto quelle persone competenti (economisti, giuristi, filosofi e quant’altro) che sono in antitesi con il pensiero unico imperante.

    Mi sono permessa la lunga divagazione perché lei mi sembra una persona molto attenta e molto ricettiva. Cordialità
    Anna

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  6. Caro Walter,
    per commentare lo stato del PD riprendo due parole del tuo secondo capoverso: "nostri comandanti". Ma come è possibile arrivare che un rappresentante del Parlamento con almeno 40 anni di vita politica arrivi a scrivere i "nostri comandanti"? Ma è un partito o un'associazione privata dei capicorrente?
    Vorrei riportare una mia esperienza di iscritto al PD che purtroppo porta alle tue stesse conclusioni. Mi iscrissi alcuni anni fa per partecipare in maniera attiva alla vita del PD. L'unità territoriale (mi pare che ora si chiami così la vecchia sezione) era sempre chiusa, finalmente venne aperta per il congresso. Partecipai con una decina di militanti alla riunione mattutina e le votazioni vennero rinviate al pomeriggio (non vorrei ricordarvi la barzelletta della qualità degli interventi dei portavoce dei candidati segretari provinciali). Nel pomeriggio a fronte di una decina di partecipanti alla discussione vi furono quasi 400 voti. Naturalmente non mi ritesserai, essendo ahimè cresciuto nel PCI (ultima tessera 1989, prima 1969, avevo 14 anni).
    Naturalmente se c'è un sintomo di una possibile ripresa del Partito, in cui il vertice è una vera rappresentanza della base, sarei disponibile ad offrire il mio tempo e la mia esperienza.
    Bruno

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    1. Quelli della classe 1969 non si arrendono mai, riprovaci; nonostante i "nostri comandanti", non riesco a rinunciare a questa ironia..

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  7. Mi pare sempre più la tua una voce autorevolissima elucida da auspicare che tu possa fare rete per un congresso APERTO dentro un percorso partecipato.
    Vedrei bene una dream team con te e Madia su Roma e Lazio al supporto di Civati, con a nord-est Puppato e Serracchiani e a sud Emiliano, nelle isole Soru e Crocetta, in Abruzzo ad esempio la Concia. Una candiatura quella di Civati xhe se supportata da gente come te e come voi, cambierebbe davvero il partito...

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    1. Una bella formazione per classificarsi in zona coppa dei campioni...

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  8. Caro Walter,

    sono terrorizzato dall'emergere di tante candidature nel fianco sinistro del PD in vista del congresso. E al contempo non mi piace sentir parlare di complementarietà tra putativi candidati segretari - magari di sinistra - e Renzi. Mi pare quasi un'abiura.

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  9. Le critiche alle scelte politiche degli ultimi anni sono giuste. Temo però che non tengano conto di alcuni "difetti" pregressi. Mi spiego, utilizzando un illustre, purtroppo scomparso, personaggio :
    "Posso sparare un paradosso?" -prego - "La sinistra, tutta, è espressione del privilegio" - Che significa? - "La sinistra tradizionalmente si riferisce al popolo-agli umili,agli afflitti- ma non è parte di loro. E' piuttosto un'avanguardia, che quei ceti subalterni rappresenta, pur non essendone organica. Il PCI è stato una grande scuola di massa, ma il tentativo di includere le classi più deboli nei gruppi dirigenti del partito si è esaurito nel tempo, non dando i risultati sperati.Così anche nei militanti più appassionati-e io lo sono stato, svolgendo un duro lavoro nella periferia disastrata- è come rimasta una separazione profonda tra la militanza e la propria radice sociale e culturale. In questo senso la sinistra è un po' ipocrita, inautentica. Essere di sinistra è una sorta di privilegio. La prenda come una cosa paradossale, tipicamente pintoriana..."
    Si tratta della parte finale di un'intervista data da Luigi Pintor a Simonetta Fiori,pubblicata su Repubblica del 25 11.'99, col titolo (per chi volesse rileggerla tutta): Noi bravi ragazzi che fondammo Il Manifesto.
    Ora, è ben vero che all'epoca di cui parla Pintor il partito tentava comunque, con tutti i suoi difetti, di mantenere un contatto con i ceti subalterni, a differenza di oggi ; ma quella "separazione di classe" di cui Pintor parla ha indubbiamente favorito il degrado e la perdita di identità successivi. Così forse chi vuole ricostruire dei luoghi di partecipazione ( penso al buon Barca)dovrebbe superare il politichese alto-borghese di cui si avvale oggi, e -credo- rinunciare a un interclassismo che vi rende "a Dio spiacenti e a li nemici sui"; e far capire ai subalterni che i luoghi di partecipazione nei quali i loro interessi vengono tutelati sono anche luoghi nei quali le persone prive di potere possono finalmente CONTARE. Magari non con "l'uno vale uno" di marca grillina, ma con gli strumenti, anche tradizionali, messi pero' DAVVERO a loro disposizione, e non per finta, come è accaduto finora.

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  10. Sono Eugenio Milizia (AR). Concordo al 100% con Walter! Dico convinto che c'è una grande distanza fra noi gente comune "di strada" ed i Dirigenti del PD... Questo è DRAMMATICO perchè i Politici devono capire le problematiche della gente "di strada" per tentare di risolverle... Ed ecco che d'oro l'idea di Walter del "Consiglio di Saggi, cercandoli negli ambienti sociali, culturali e territoriali del nostro elettorato"
    Walter, ed allora che siu faccia questo consiglio!

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  11. Caro Walter, ammiro la tua tenacia. D'altronde ogni volta che ti ho incontrato e ti ho chiesto "come va?" la tua risposta è sempre stata "si combatte". Da un lato la confusione e gli errori madornali, senza alcuna riflessione critica per imparare dall'esperienza, dall'altro la stomachevola carica dei 101 che, invece, non erano affatto confusi ma ferocemente lucidi nella strategia della riaffermazione dello status quo. Io sono stanco e ho staccato la spina. Perciò, dopo oltre quarant'anni di "fiducia" prima nel pci e via via fino al pd, ho deciso di mollare. Nessun impegno e nessun voto per il pd e non so se voterò ancora. In bocca al lupo per le tue prossime battaglie. Roberto

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    1. Per come ti conosco sei uno che non si arrende; dobbiamo solo trovare la strada per convincerti a combattere

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    2. Caro Walter,
      correnti, arroccamenti, cortesie, tattiche, mobilitazioni cognitive va tutto bene ma il punto è che non è chiaro il progetto politico e non ho nessuna intenzione di morire democristiano! Osservo i sorrisi di Franceschini, il compiacimento di Letta, le volpi renziane che si aggirano nervose intorno alla preda. Ma non sanno se cibarsene o meno perchè potrebbe essere tossica anche per loro.
      Voglio un'alternativa, come si diceva una volta, un nuovo modello di sviluppo, un'idea diversa di società. Io credo ancora nella differenza tra sinistra e destra. Non mi dilungo su cosa significhi, lo sai benissimo e non c'è bisogno che lo racconti a te. Sono stanco di questa subalternità culturale capace solo di sfociare nel moralismo o nel giustizialismo. Togliamo l'IMU e il finanziamento ai partiti, chiudiamo le provincie, risaniamo gli edifici scolastici e riformiamo la formazione professionale. Tutto qui? E' questa l'Italia del futuro? Non voglio un berlusconismo annacquato con un pò di uguaglianza, alla Renzi. Così ci togliamo solo il bunga bunga e moriamo tutti di noia ma con la benedizione di Letta, Renzi e Franceschini.
      Purtroppo, non mi convince la narrazione di SEL, poco concreta e molto "vecchia sinistra" inconcludente ed elitaria e non mi piaccciono gli insulti e la pressapochezza dei grillini. Ma almeno in Grillo si legge chiaramente un'idea diversa di società.
      E poi, i 101!! Non si sa ancora chi sono e non si paleseranno. Io non voglio far parte di una associazione segreta, con gente che non ci mette la faccia e non motiva le sue scelte, nemmeno a posteriori. Altrimenti meglio iscriversi alla massoneria, almeno ne potrei trarre dei vantaggi. O si fanno avanti di qui al congresso, o dopo quarant'anni di fedeltà assoluta, non voterò PD nè alle politiche nè alle amministrative. La verità prima della, eventuale, riconciliazione. Un voto non è molto, dirai, forse anche di altri che mi stanno vicino ma il crollo comincia con gli scricchiolii. Roberto

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  12. Caro Walter, non credo che il PD abbia un grande futuro. Bisogna passare attraverso una scissione. Un partito progressista, che tu rappresenti al meglio, ancorato al territorio e che sappia delineare senza ambiguità la sua strategia di cambiamento fra i paletti di un umanismo, che è poi ciò che lo rende distinto da tutti gli altri attori presenti nel teatrino della nostra politica. Curzio

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  13. Non serve una analisi politica, che condivido in toto Walter e faccio mia, per dire che non abbiamo fatto quello che il Silvio ha invece fatto. Semplicemente lui ha la faccia come il c.. noi no, e orgogliosamente me ne vanto.

    Lorenzo

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  14. Caro Walter,
    segnalo a te e a tutti coloro che frequentano il tuo blog una iniziativa del Circolo PDSapienza, che ti ha più volte ospitato come graditissimo ed autorevole riferimento politico. Nel solco di quello che dici qui e che coglie una esigenza e un disagio diffusissimi, lanciamo l'iniziativa "La Voce dei Democratici" sul sito www.pdsapienza.it. Invitiamo tutti a contribuire sui FONDAMENTI della politica (1. quale società 2. istituzioni e funzione pubblica 3. ruolo dei partiti, di un "nostro" partito 4. organizzazione politica: partecipazione, dirigenza, delega).
    Un caro saluto, Gianni Rosa - Circolo PDSapienza Roma

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