martedì 2 giugno 2015

La mancata riforma della scuola


 Manuale di sopravvivenza agli abbagli mediatici.

Perfino Matteo Renzi ora consiglia di non chiamarla Riforma della scuola. Ha proprio ragione. Non si vede il cambiamento strutturale della scuola italiana. Non c’è alcuna strategia per rimuovere gli ostacoli che impediscono al nostro sistema di assolvere pienamente ai compiti repubblicani: la diseguaglianza nell’accesso e nell’esito dell’istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno; le scarse risorse che hanno frenato l’adeguamento della didattica ai caratteri del mondo nuovo; la struttura dei cicli vecchia e ridondante, che costringe i giovani a rimanere a scuola un anno in più, perdendo nelle superiori i buoni risultati raggiunti dalle elementari; la regressione degli apprendimenti negli adulti che colloca l’Italia negli ultimi posti, altro che “superpotenza” culturale.
Non si finirà mai di ringraziare gli insegnanti e i presidi che in mezzo a tante difficoltà realizzano già la buona scuola. Ma la gratitudine non deve oscurare la consapevolezza del ritardo. Il sistema scolastico è fuori misura rispetto alle ambizioni che deve darsi un grande paese civile. 
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5 commenti:

  1. Pur non condividendo tutto quello che ha scritto, vedo che lei, a differenza del suo partito, un'idea per il "sistema scuola" ce l'ha. E ha ben capito quale devastante effetto avranno la perdita della titolarità della sede per i docenti assunti a tempo indeterminato da un lato e il rafforzamento dei poteri dei dirigenti scolastici dall'altro.
    Un commento sulla "perdita nelle superiori dei buoni risultati raggiunti nelle elementari" (pag.1): i miei colleghi (insegno matematica e fisica al liceo scientifico) che hanno insegnato nelle scuole medie individuano in quei 3 anni il nodo cruciale. Io non so dire se abbiano ragione. So però che alle superiori i nodi vengono al pettine: il problema è, banalmente, una insufficiente padronanza delle conoscenze di base: in matematica e soprattutto nella lingua italiana. Un numero troppo alto dei miei alunni hanno difficoltà a comprendere ciò che leggono, a riassumere correttamente ciò che hanno letto, a individuare le parti importanti di ciò che hanno letto. E dopo poco tempo, non ricordano quasi più nulla. Forse la migliore soluzione alla dispersione scolastica sarebbe tornare alle basi: capire la lingua italiana e saperla usare correttamente, mettendo da parte tante innovazioni didattiche discutibilissime (non mi riferisco all'uso delle nuove tecnologie).

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    1. grazie per il commento; la sua esperienza conferma la mia impressione di una didattica estensiva invece che intensiva; e il problema inizia proprio nel cruciale passaggio da elementari a medie.

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    2. Insegno nella secondaria di I Grado. Il problema è che non si riesce a fare una seria selezione necessaria in questo segmento di scuola. Questo per le pressioni che vengono dai dirigenti, dai genitori, dagli utenti della scuola-azienda. In nome dell'autonomia, dell'aziendalismo, della carenza di risorse, della burocrazia necessaria per bocciare e stare al riparo degli immancabili ricorsi che fioccano puntuali, si preferisce mandare avanti pure chi non ha intenzione di studiare. Il vero cancro è concepire la scuola come un'azienda e gli alunni come clienti da soddisfare. Se gli alunni non sono soddisfatti cambiano scuola, e questo ha ripercussioni sul numero totale degli iscritti e quindi sul FIS. Serve più potere non ai dirigenti ma alla scuola intesa come Istituzione Repubblicana che troppo spesso è soggetta ad attacchi non solo dalla politica ma anche dagli "utenti" che pensano solo al buon voto invece che alla buona formazione. In questo quadro dare il potere di chiamata clientelare ad una sola persona significa affossare definitivamente la scuola pubblica. Il cliente non soddisfatto di un docente che fa bene il proprio lavoro si lamenterà dal dirigente il quale, per non avere una diminuzione degli alunni, manderà via il valido docente preferendo un docente più accomodante che svolgerà il proprio lavoro con superficialità per non avere problemi

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  2. caro senatore TOCCI ho letto con attenzione il suo manuale per la sopravvivenza della BUONA SCUOLA CONDIVIDO QUASI TUTTO quello che ha scritto. Vorrei cosigliarla di far capire al pifferaio RENZI e alla sua ballerina GIANNINI che insieme non sanno nulla sulla BUONA SCUOLA E SONO DEGLI INCOMPETENTI DELLA MATERIA QUESTO E UN DDL CHE VA NELLA DIREZIONE OPPOSTA E FINISCE DI COMPLICARE LA STRUTTURA AMMINISTRATIVA DELLA SCUOLA CHE LA MININISTRA CHE NON AMMINISTRA MA VUOL DISTRUGGERE DI QUELLO CHE C E DI BUONO NELLA SCUOLA SPERO CARO SENATORE TOCCI CHE INSIEME AGLI ALTRI POCHI SENATORI DEM CHE AVETE CENTRATO L OBBIETTIVO DEI VARI PROBLEMI DELLA SCUOLA IN SPECIAL MODO DEL CORPO INSEGNANTI E CIOE I PRECARI DELLA SCUOLA CHE FINO AD OGGI SONO STATI LA STRUTTURA PORTANTE DELLA BUONA SCUOLA E DELLA CULTURA ITALIANA SARETE I DIFENSORI DI TUTTI GLI ADDETTI AI LAVORI DELLA SCUOLA SOLO COSI POTRA TRIONFARE LA BUONA SCUOLA E LA CULTURA DI TUTTI GLI ITALIANI VI PREGO DI NON MOLLARE SIAMO ALLA FINE E TENETE DURO CONTRO PERSONAGGI CHE SI RITENGONO COMPETENTI MA NON SONO ALL ALTEZZA E SONO DEGLI INCOMPETENTI DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE ARRIVEDERCI EGR SENATORE SPERANDO CHE QUESTO MIO COMMENTO NO FINISCE NEL VUOTO E NEL DIMENTICATOI BUON LAVORO E GRAZIE.............

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  3. Un documento preziosissimo. Grazie. Ora vediamo se avrà la forza di far ragionare almeno la Puglisi, Faraone è una causa persa in partenza.

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