giovedì 10 marzo 2016

L'idiozia dei notabili


Chi ha ordinato di gonfiare i dati delle primarie non può passarla liscia. Ha danneggiato il partito nel modo più stupido che si possa immaginare, e ha prodotto nuovo sconcerto tra gli elettori. Il risultato non è inficiato e, tutto sommato, la partecipazione non è stata neppure bassa rispetto alla povertà di contenuti nel confronto tra i candidati. Certo, se il Pd avesse promosso una lista civica di centrosinistra aperta alle competenze più innovative, alle forze sociali e alla cittadinanza attiva, avrebbe ottenuto una partecipazione al voto superiore alla soglia dei centomila. Sarebbe stata una festa democratica, avrebbe dato al candidato lo slancio decisivo per vincere le elezioni.

Era l'occasione per far vedere un vero partito democratico, e invece ha vinto la miopia del ceto politico. Quando prevale il piccolo cabotaggio, non ci sono più strumenti politici per innalzare la partecipazione e restano solo i trucchi contabili. Nulla accade per caso; anche uno stupido episodio come questo è il sintomo di una malattia. E far finta di niente, ridimensionare, sopire e sperare che passi non è la terapia giusta. Anzi, la patologia si aggrava se i responsabili restano ignoti, se chi sbaglia rimane ai posti di comando. Mi aspetto che gli organi di garanzia prendano provvedimenti senza guardare in faccia a nessuno.

I “notabili” hanno portato alla crisi del partito romano, prima con Mafia capitale, poi con le firme dal notaio, e da tempo con la palese impreparazione nel programma di governo. Ora sappiamo che possono far male al Pd non solo per arroganza ma anche per idiozia. Tutto il contrario dell'ironia degli innovatori che caratterizza le migliori esperienze sociali della città.

Sappiamo anche che il commissariamento non ha risolto il problema. Anzi, per non riformare la struttura di partito ha sviato l'attenzione sui circoli, i quali proprio nelle primarie si sono confermati, invece, come l'unica forza capace di mobilitare i militanti e gli elettori. È tempo di commissariare il commissariamento affidando le gestione della campagna elettorale a un Consiglio dei Garanti, da scegliere tra le personalità più autorevoli, indipendenti e libere da incarichi parlamentari o politici. In tal modo si evitano altre figuracce e si crea il clima sereno per un impegno corale a sostegno di Giachetti che ha vinto le primarie ed è pienamente legittimato come candidato sindaco. 

Al Consiglio spetta anche il compito di preparare il congresso per organizzare il Pd romano secondo un modello mai visto prima. Sarà un lavoro lungo e difficile, ma la direzione da prendere è indicata proprio dalle ultime vicende. 

C'è da domandarsi perché da diverso tempo non si riesca a festeggiare il risultato di questi appuntamenti, spesso offuscati dagli errori e da scene desolanti ben vive nella memoria di tutti. Si alza subito la richiesta di nuove regole, poi cala il sipario e non se ne fa più nulla. Eppure non è colpa delle primarie, ma del partito che non riesce a rappresentarne l’etica democratica. Si è ormai generato un contrasto tra la forma politica e la sua regola fondativa. È un'organizzazione gerarchica diretta dai leader mediatici e dai padroni del territorio, ma proprio questo modello frena la partecipazione che pure viene evocata dall'invenzione delle primarie. È un partito verticale con una regola orizzontale. L'attuale PD è ortogonale a se stesso. Per questo, gli capita, anche inconsapevolmente, di smentire le aspettative del suo popolo. 

Si tratta allora davvero di cambiare verso, di mettere il partito in parallelo con la partecipazione politica, chiamando i militanti e gli elettori a scegliere non solo i candidati ma anche i punti salienti del programma di governo. L’innovazione potrebbe cominciare proprio da Roma. Laddove è il rischio è anche ciò che salva.

20 commenti:

  1. Caro Walter quella cui stiamo assistendo, almeno a mio avviso, è la più mefitica e velenosa mistura tra potere politico e idiozia. Lord Voldemort non avrebbe saputo fare di meglio ... il problema è che non abbiamo né Harry Potter, né Hermione Granger, né Ron Weasley! Quello di cui avremmo bisogno è un binario 9 e 3/4 ... https://www.youtube.com/watch?v=GnsIvGN5_2E

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    1. Caro Walter, dove il caro non è convenzionale, ma affettuoso per l'amore che porti alla buona politica, condivido tutto. E' una lezione di politica. Se sarai disponibile a far parte del consiglio dei garanti si può provare a ricostruire

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  2. Caro Walter, sei tenero è peggio di così. Va bene parli di un partito messo in croce (ortogonale)ma non si capisce da chi. Il Renzismo territoriale non richiesto ha avviato uno scambio di tessere voti cariche richiesta di eletti è peggio di quello che dici, altro che idiote tanti, che anche tu conosci bene si riciclano mandando avanti i pesci pilota. Che spettacolo! E tutto sotto gli occhi del commissario e del Barca benedicente!Chi riunisce i benpensanti e i benagenti? Ci ha provato Morassut, ma ai seggi venivano tutti a chiedere chi era il candidato di Renzi, un endorsement che ha funzionato, e d'altronde con un partito commissariato e senza classe dirigente di che meravigliarsi? Andare alle primarie senza un congresso che legittimasse una nuova classe dirigente mi pare sia stato un tremendo errore. Che fare? Commissariare il commissario mi pare una buona idea, almeno per cominciare.

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    1. Si, basta con il Commissario. Occorre che il PD romano scelga il suo segretario e che Orfini torni a fare le altre molteplici attività nelle quali è impegnato.

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    1. Grazie Walter
      ho condiviso il tuo articolo ma anche io ho idea che stiamo peggio di così. C'è in giro un livello mai visto di cinismo, di tattica, che si disinteressa completamente del destino della città. Vinco qua perdo là, dimostro comunque che sono il migliore, poi governo, mi alleo, cedo qui, guadagno lì. Ma con quali obiettivi non si capisce. Comunque chiunque avrà tra i primi obiettivi di salvare la candidatura olimpica. A questo si è lavorato negli ultimi tempi con accordi non politici ma tutti economici. Non con obiettivi di crescita e sviluppo della città ma puramente con obiettivi governati da interessi finanziari. Su questo bisognerebbe ascoltare i cittadini, farsi domande prima di dare risposte. magari non un referendum demagogico. Bisogna mettere le carte in tavola anche solo per farci capire come si voglia sfruttare l'occasione per dare alla città un sistema di servizi migliore, nuovi centri magari collegati a una rete di trasporto migliore. Scuole, palestre, centri sportivi. Insomma bisognerebbe fare politica, magari anche non condivisibile ma almeno politica. Ma di cosa ci capiterà non sembra interessare molto nessuno, si vive alla giornata.
      Roma è fallita, economicamente e sopratutto dal punto di vista civico, se non si lavora a ricostruire un senso all'essere cittadini non si può governare.

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  4. Caro Walter, grazie per questo lucidissimo e costruttivo intervento. Il PD si è ridotto in una situazione intollerabile e solo per la responsabile preoccupazione di evitare di consegnare Roma a una destra sfatta o a Casaleggio potrò votarlo alle prossime elezioni, vincendo il rigetto causato ormai da troppi fatti. Bisogna però pretendere che il candidato si smarchi dal meccanismo che lo ha generato, smetta di dire cose vacue sul programma, si rimetta al Consiglio dei Garanti che tu proponi. E basta con questo Commissario!
    Un caro saluto

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  5. Quando il commissario è il capo di una corrente, è uno di quelli che dovrebbe cacciare, è come mettere la Banda Bassotti a guardia del deposito di zio Paperone.
    Quando scegli l'arbitro tra uno dei giocatori, l'imparzialità salta.
    La risposta politica ad un problema non può essere omeopatica.
    Serve alzare l'asticella non evitare i problemi

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  6. non credo che tu posso resistere più a lungo...

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  7. non credo che tu posso resistere più a lungo...

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  8. Caro Walter,
    suggestiva e profondamente vera la tua immagine di un partito verticale con una regola orizzontale. Altrettanto vera e felicemente operativa è la diarchia oggi in essere tra leaders mediatici e padroni del territorio. Ti chiedo e mi chiedo se si tratta di mera idiozia o dei primi vagiti di una nuova creatura, quel “Partito della Nazione” che nessuno mi leva della testa sia nato ormai diversi anni fa, durante quel famoso e singolare pranzo ad Arcore tra Renzi e Berlusconi. Eravamo nel 2010 (il “Corriere” la definì “la merenda del lunedì”). Il discorso ducesco tenuto ieri da Renzi in Calabria, in cui ha mostrato tutto il suo disprezzo per la politica che “parla e non fa”, che “non corre, ma ricorre”, conferma una visione in cui il partito (asse orizzontale, sempre più sottile) diviene mero collettore di consensi comunque e dovunque raccolti e il decisore-governo (asse verticale, sempre più corposo) si incarica della loro gestione secondo una logica “efficientista” programmaticamente senza vision né mission, se non quella della amministrazione pura e semplice del potere.
    Temo che il cerchio si stia chiudendo attorno alla democrazia parlamentare così come noi la conosciamo. Tutto ciò senza che la cosiddetta “minoranza” del PD dia segni di vita, abbia uno scatto di orgoglio, che vada al di là delle dichiarazioni di sdegno e degli annunzi solenni “che questa è l’ultima volta che votiamo a favore del governo”.
    “Il medico pietoso fa la piaga purulenta” dice un vecchio adagio.
    Un abbraccio solidale.
    C.

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    1. Caro Salone, hai dimenticato di dire e far risaltare adeguatamente che il "Segretario del PD" prima di diventare segretario del PD fondò un altro partito in una stazione ferroviaria. E in quella stazione lui fa i veri congressi di partito con il partito da lui fondato. Poi porta il deliberato nel partito conquistato e fa il para-congresso di partito.
      Poi, però, diciamocelo pure, ma che resti fra noi e non facciamoci sentire. Ha pure ragione visto che l'intero gruppo dirigente del PD "ha cambiato verso" con una tale unità di intenti e rapidità che al confronto l'unità e la rapidità renziana di oggi pare procedere dissipandosi al rallentatore. Pensa un po' tu!
      Dell'arroganza ne parliamo un'altra volta. Oggi accontentiamoci di questo.
      Io comunque appartengo ai gufi migratori ormai "migrantati". Mi pare di capire che tu appartenga ai gufi stanziali.

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  9. Caro Walter,
    osservo sempre più distante quello che sta accadendo a Roma. Sono arrivato a un tale livello di disincanto (e disgusto) da preferire l'assenza alla partecipazione ritenendo la diserzione l'unica arma politica rimasta per isolare almeno sul piano della percezione l'oscenità del sistema di potere che si è divorato la Capitale. La tua voce è una delle poche che con lucidità sta cercando di far emergere la trasformazione genetica del Pd e la crisi della sinistra tutta (la questione dell'autoconservazione del ceto politico è la questione irrisolta e per ora irrisolvibile). Una crisi morale, politica, identitaria. Quello che è avvenuto a Roma e che si era già avviato alcuni anni prima della sciagurata giunta Alemanno, rappresenta perfettamente quello che sta avvenendo nel paese. La tua voce, così isolata, mi inquieta. Proprio perché unica e irripetibile, anacronistica in questi tempi di falsi decisionismi e maneggi di basso livello. Parli di ceto politico, che si auto conserva, che cerca di sopravvivere, che nega e rimuove le proprie responsabilità. Non è solo il Pd, Walter, a fare i conti con queste macerie. Ci siamo dentro tutti. E non si tratta solo di una questione "politica". Qui si tratta di una città caduta da decenni in mano alle mafie e che si rifiuta di fare i conti con un sistema che da parassitario della politica si è trasformato in soggetto di potere centrale con la politica che si mette a servizio della criminalità. Una criminalità non comune, ma mafiosa. Con una dirompente capacità di tessere relazioni con i mondi dell'eversione nera, della massoneria coperta, della speculazione finanziaria fine a se stessa, di quei pezzi dello Stato che si sono fatti anti-Stato.
    Ho scritto decine e decine di articoli e due libri, Grande Raccordo Criminale (con la collega Floriana Bulfon) uscito a febbraio 2014 e che anticipava di mesi l'esplosione di Mafia Capitale e poi Roma Brucia uscito a ottobre 2015 (tutti e due pubblicati da Imprimatur editore) e che anticipava la crisi che hai descritto con precisione in questo post. E di esercitare l'antico mestiere del profeta in patria "nun me ne poteva fregà de meno". Speravo di dare un contributo a una riflessione. Che non c'è. Perché impera la rimozione. E l'autoconservazione.
    "Ecco, questa è stata ed è Roma. Una città moralmente e fisicamente rappezzata. Malamente. Una toppa qua, una rinfrescatina là, e poi fatevene una ragione. Così vanno le cose, così devono andare".
    Un caro saluto
    Pietro Orsatti

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  10. Caro Pietro e caro Walter, va bene, però sono un pò annoiato delle "analisi lucidissime" un pò come in Marina si lucidato gli ottoni, ma che vogliamo fare? Walter non ha mai criticato la politica "che fa", da Vicesindaco e Assessore ha deciso decine di volte al giorno tutti i giorni, senza assemblee e pagando (ingiustamente e unico) qualche piccolo errore. Vuoi governare bellezza? Funziona così, ora senza enfatizzare troppo Humphrey ripeto cosa vogliamo fare? Non è che quando Martin LK concluse la grande marcia dei neri disse ho un piano in 10 punti, no disse I have a dream! Mi pare che questo sogno esista e debba pervade tutto il PD, la smettiamo di lamentarci ed agiamo per costruire una linea che possa divenire maggioritaria?

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    1. Con questa logica del "maggioritario" (senza fare analisi su perché ci ritroviamo non solo a Roma in questa situazione) si va prendere un ex Udeur "uomo delle tessere", lo si premia facendogli fare il presidente del consiglio comunale e poi si perdono le elezioni (o si finisce commissariati due anni dopo). Senza rifarsi ai tempi di Argan e Petroselli, e ricordando quello che fu la prima giunta a cui partecipò il proprietario del Blog, ci sono altri modi di fare politica e raccogliere consenso che quello di trovarsi stritolati da un sistema di potere che è interessato a gestire, appunto, solo il potere più spicciolo. Forse qualche analisi in più potrebbe servire

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  11. Ma se tutte le condivisibili riflessioni di Tocci si concludono nell'invito a sostenere Giachetti, che è stato scelto da Renzi e non è riuscito nè a impedire il crollo della partecipazione, né la manipolazione dei dati...

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  12. Caro Walter, mi meraviglio che te la prenda ancora tanto, che anche tu come me non abbia abbandonato l'idea che possa ancor oggi esistere un partito, uno qualunque degno di tale nome, non in mano ad esseri nati e cresciuti nel massimo dell'ambizione quella di costituire la prima fila di un esercito di picciotti nell'attesa che un qualche padrino, quale che questo si ponga a capo della famiglia, con in mano tanti capitali da far ben fruttare sulla piazza, quale che sia la loro provenienza. Partiti costituiti da prime file di ignoranti "picciotti" signor sì o poco più insomma, e quelli che ancora credono alle favole ..... dietro.
    A questo tipo di partito "intermediante" tra cittadini e governo, proprio come modello sociale, come ebbi già a dirti, non credo più da tempo (altri paesi nord europei già hanno in corso forme diverse di democrazia diretta); ma non è tanto questo il problema per il quale intervengo!
    Il fatto è che molta di questa gente è "prodotto" nostro, figlia nostra!!?!
    Io cominciai prima di te, quando detti a molti di quelli cui tu darai dopo entrata e credito nel mondo dei trasporti e nella PA romana (STA, ATAC, Comune, Dipartimento, .... ), e soprattutto tuo quando desti loro credito! Magari quando tu, giustissimamente "rivoluzionario" come fosti, riuscisti finalmente e per primo a far capire ai romani che se avessero voluto fare un uso privato di uno spazio pubblico occorreva almeno un po' pagarselo, non pensavi di aver creato una giungla di inamovibili ed infallibili, anche per tua esperienza, invece sì!
    Se oggi a Roma non ci si muove decentemente con il mezzo pubblico, nonostante quanto questo venga fatto costare al contribuente, non è un mistero. Le responsabilità noi le si conosca! Tanto per dire, al dott. Pignatone le ho raccontate oltre 2 anni fa perchè della "cosa" tra noi tecnici parlarne non si è mai potuto!
    Le ragioni sono evidenti. Lucio (Quaglia) e Stefano (Giovenali) soffrono se si dice loro: "come mai in nessun Piano essendo il sottosuolo romano quello che è, non si è pensato di far passare più linee su ferro nella stessa galleria? - oppure: "come mai non si è pensato di sfruttare per attraversare il centro città in galleria l'unico luogo sicuramente libero da reperti, il sub - alveo Tevere?" e via dicendo).
    Gli altri "tecnici" se appartengono ad ATAC, Agenzia, Dipartimento (dove, a forza di "rotazioni anti - rischio corruttele" non c'è più dirigenza che capisca qualcosa di trasporti!), non possono smentire mai se stessi, il proprio operato, non ammetteranno mai di avere sbagliato anche di fronte all'evidenza, i dipendenti delle FS dovranno seguire diligentemente l'ottica RFI sul nodo di Roma sia quanto infrastrutturazione, sia riguardo le modalità di gestione dell'intero comparto del TPL, ecc. ecc. Il politico, infine, sosterrà sempre che le responsabilità del non fatto non saranno mai da attribuire alla componente politica, ma a quella tecnica, ad evitare coinvolgimenti in "appaltopoli" con aumenti di tempi e costi per varianti realisticamente ed effettivamente più politiche che tecniche.
    Ho letto anche recentemente un affettuoso richiamo ad un tuo maggiore impegno per Roma Metropoli (dimentichiamo che Roma è anche una città di mare?, ma prima di mettere in quell'area un milione di mc ed uno Stadio!!?!), lo appoggio richiamando il fatto che il Comitato dei Garanti non debba contenere persone non libere da "padroni" o vincoli di qualunque impedimento alle libere scelte. Con affetto tuo Paolo

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  13. leggo i commenti dei tuoi amici e rafforzo il mio convincimento che non c'è via di uscita. Condivido la tua analisi ed anche il tuo suggerimento. quello che non condivido sono questi giudizi massimalisti di giudicare tutto nero o tutto bianco. Per esempio credo che sia meglio l'attuale partito di quello che non votava il conflitto di interessi in cambio di Banche ed altre aperture. Quello attuale che pretende le dimissioni di chi sbaglia a quello che faceva gli accordi con Comunione e Liberazione per spartirsi il lavoro delle cooperative. Renzi ha rappresentato una scossa per un partito dormiente, che non riusciva ad essere di Governo e perdeva puntualmente le elezioni anche quando sembravano già vinte. Vi ricordate quando D'Alema fece fuori il Prodi che ora rimpiange, per gestire lui e perdere, ovviamente, le successive elezioni? Anche questo è la vecchia dirigenza del PD. Sono d'accordo in linea di principio con te sui garanti. Renzi corre un grosso rischio e lo fa correre a tutto il PD. Quello di contornarsi di yes-man e di credere di essere onnipotente e di non sbagliare mai. Per questo ci sarebbe bisogno di proposte e di azioni non di disinteresse e diserzione. Perché pensiamo sempre che siano gli altri a dover fare qualcosa per noi? Scappare portandosi via il pallone come ha fatto Fassina e qualcun altro, secondo te ha giovato al PD? Forse pensano che facendo harakiry come in Liguria si riesce a costruire qualcosa? Bisogna proporre qualcosa di nuovo o correggere il nuovo che c'è. Renzi ha portato il partito al 42% perché ha colto la stanchezza di una politica immobile proponendo una politica attiva. Questo è stato il motivo della sua vittoria altro che gli 80 euro che grillini e nostri poveretti interni cercano di affermare. Io ho una proposta cominciamo a lanciare una politica di "proposte" invece di una politica del "quanto è brutto lui quindi scegliete me". Il massimalismo e il qualunquismo sono la rovina dell'Italia e della politica. Io credo che le buone proposte e i buoni programmi, alla fine, possono vincere. Proprio come è successo alle europee. Si tratta poi di saperle attuare e gestire. Buttare l'acqua nel catino con tutto il bambino come ci propone qualcuno al nostro interno oltre ad essere stupido ci porterà all'ennesima sconfitta.

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  14. Cominciamo con il seguire le conclusioni del lavoro fatto da Fabrizio Barca, sulla struttura territoriale. E diamo la parola, ascoltiamo i circoli. A MONTEVERDE, a cose fatte, il partito ci ha convocato per una riunione dei tre circoli soppressi, riuniti in uno solo; e la sede dedicata, quella del circolo MAfai di DOnna Olimpia, ancora non si è reso disponibile (per protesta). CHIEDO: perchè non aprire una discussione sulla riunione dei tre circoli?, perchè metterere i compagni di fronte al ffatoo accaduto? SIAMO SICURI CHE IL PD A ROMA ABBIA ANCORA BISOGNO DI UN COMMISSARIO??? Ridiamo la parola ai COMPAGNI!

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  15. Condivido pienamente la tua osservazione, come sempre attenta. Purtroppo i commenti mi fanno capire come siamo ancora distanti dalla gente e dai suoi problemi. Sicuramente i "commissari politici" Orfini e Esposito e il commissario Tronca sono troppi (http://www.treccani.it/vocabolario/commissario/), hanno commissariato il partito (niente condivisione delle decisioni) e la democrazia (nella gestione commissariale si fanno atti ad alto contenuto politico). I militari ci piacciono nelle stazioni, professionali, mai fuori posto, fanno vedere una Italia efficiente ed efficace e danno sicurezza, cii piacciono meno nella pubblica amministrazione dove lo spirito di servizio dovrebbe replavere a quello dell'obbedienza. Il problema però non è il modello ma gli uomini; è necessario imparare a selezionare bene gli uomini in termini certamente di qualità morale ma soprattutto di competenza operativa. Mandiamo a casa i commissari e torniamoa discutere di come vogliamo far crescere la città, torniamo alla politica coinvolgente. Altrimenti il popolo della sinistra, quello onesto progressista e innovatore che a Roma è troppo spesso silente, non voterà o voterà altrove. Altro che 42%.

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