Le parole che seguono sono state pubblicate oggi sull’Unità, e sono gli argomenti che avrei voluto portare al dibattito del Gruppo dei senatori. Mi ero iscritto a parlare, ma la discussione è stata troncata prima che arrivasse il mio turno. Rimane perciò una dichiarazione non pronunciata di non voto contro le mozioni di sfiducia ad Alfano - una contorta serie di negazioni che tuttavia spero possano portare a qualcosa di positivo.
Siamo
il primo partito della coalizione, ma abbiamo scarsa consapevolezza della forza
e del ruolo che ci competono. Altrimenti avremmo ottenuto la revoca della
delega al Ministro dell'Interno. La sua rinuncia avrebbe rafforzato il governo,
mentre la sua permanenza nell'incarico sarà fonte di instabilità, di ricatti e
di ulteriori passaggi traumatici. È uno dei più gravi episodi della storia
repubblicana. Mai si erano intrecciate in un solo episodio tante cattive
notizie: uno smacco all'immagine internazionale, proprio su quella garanzia dei
diritti umani che dovrebbe essere sacra in democrazia; evidenti bugie
raccontate con iattanza da un ministro al Parlamento; il meschino tentativo di
un politico di salvare se stesso incolpando le forze dell'ordine. Avremmo
dovuto chiedere la revoca della delega prima che il ministro venisse in
Parlamento, senza lasciare la decisione al buon cuore dell'interessato e del
suo partito.