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mercoledì 23 ottobre 2013

Carte e seconde letture


Il Senato ha approvato in seconda lettura la legge di procedura costituzionale. Non ho partecipato al voto perché ritengo che di questi tempi non si possa toccare la Carta. 

Siamo in una maggioranza di governo che, non essendo maggioranza tra gli elettori, cerca legittimazione tramite revisione costituzionale. Il governo può rendersi utile se prende provvedimenti per rianimare l'economia, può creare lavoro se favorisce un un clima politico adatto alla modifica della legge elettorale. 
Grave errore è invece scaricare i problemi politici sulle istituzioni, come d'altronde si è fatto in passato. Proprio per questo motivo tutte le modifiche costituzionali già apportate si sono rivelate sbagliate, dal federalismo al voto all'estero, passando per il pareggio di bilancio. E i cittadini hanno saputo evitare guai peggiori mobilitandosi nel referendum del 2006 contro la revisione scritta dagli stessi autori del Porcellum. 

Ci vuole "umiltà costituzionale", come dicevo nel discorso tenuto al Senato in occasione della prima lettura. Oggi, insieme a me non hanno partecipato al voto altri quattro senatori: Casson, Amati e Corradino Mineo. Quest'ultimo è intervenuto in dichiarazione di voto con argomenti che condivido pienamente. Il voto favorevole del gruppo PD è stato motivato dal senatore Giorgio Tonini con un discorso che, pur nella differenza di voto, ho apprezzato per l'alta sensibilità costituzionale.


1 commento:

  1. Gentilissimo Onorevole Senatore, intanto, come cittadina, la ringrazio per la sua scelta coraggiosa. Purtroppo non è bastato. A differenza Sua voto io ho trovato il discorso di Tonini molto disonesto. Tonini rievoca i padri costituenti, Dossetti, Lazzati, Calamandrei, e sotiene che se fo...ssero stati presenti ieri in Parlamento, avrebbero senz’altro appoggiato la scelta del PD di riformare la nostra Costituzione, un’affermazione profondamente mistificatoria, meschina, insomma una menzogna detta consapevolmente per motivare una scelta profondamente sbagliata, nei contenuti e nella forma. Non credo nella sua ingenuità e qundi non penso che se la racconti. Mai, per nessun motivo al mondo, Dossetti, Lazzati e Calamandrei si sarebbero fidati di uno come Berlusconi per mettere mano alla nostra Costituzione. Mai e poi mai. Per cultura, etica, stile, atteggiamento nei confronti delle istituzioni, uno come Berlusconi sarebbe stato tenuto a distanza chilomentrica da questi galantuomini, mentre il Pd lo ha scelto non solo come alleato di governo, ma anche come interlocutore affidabile con il quale mettere mano alla Carta Costituzionale.

    Quello che è successo ieri è presto detto: Licio Gelli, BCE, Goldman Sach e tutti i poteri forti si sono sfregati le mani. Dossetti, Lazzati e Calamandrei (solo per citarni alcuni), si sono rivoltati nella tomba.

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