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mercoledì 15 gennaio 2014

La Banca d'Italia val bene una rata dell'Imu


Mai più decreti “salsicciotto” che insaccano norme disorganiche. Questo avevano promesso - con parole più eleganti - il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e il segretario del Pd nei discorsi di fine anno.
Alla prima seduta del Senato del 2014, però, ci siamo trovati a esaminare un decreto, approvato a Novembre dal Governo e controfirmato dal Quirinale, che assembla norme di diversa natura: l’ultima rata dell'Imu 2013, la vendita degli immobili statali e la valutazione del capitale della Banca d'Italia.

Nella riunione del Gruppo PD al Senato in diversi abbiamo chiesto di proporre al governo l'eliminazione almeno di quest'ultima parte, trasformandola in un disegno di legge, allo scopo di tenere fede agli impegni presi. Non si capisce infatti come mai l'aggiornamento del valore della Banca centrale, fissato nel lontano 1936, sia diventato improvvisamente tanto urgente da giustificare il ricorso al decreto legge. La norma non ha rilevanza contabile, almeno sul piano formale, e quindi è possibile stralciarla senza procurare alcuna sofferenza nei conti pubblici.