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venerdì 11 aprile 2014

Il punto sui disegni di legge costituzionale


Il mio disegno di legge costituzionale per un bicameralismo delle garanzie è stato appena pubblicato. Potete consultarlo sul sito del Senato qui.

Questo disegno di legge definisce in un testo normativo l'approccio che avevo già delineato da queste parti in un post di febbraio.

Successivamente è maturata una convergenza di opinioni tra diversi colleghi e abbiamo elaborato e sottoscritto un altro testo, a prima firma Vannino Chiti, che è oggi uno dei punti di riferimento nel dibattito parlamentare.



2 commenti:

  1. Gentile Signor Tocci,
    complimenti per il doveroso intervento in merito all'italicum e al progetto di trasformazione costituzionale. Ho letto e riletto il suo discorso dello scorso anno, in cui, denunciando le passate maldestre modifiche alla Carta, lei sottolineò come a evidenziare le introdotte storture bastasse anche la discontinutità nella bella lingua italiana che, prima di tali interventi, caratterizzava un testo lineare e chiaro come il sole.
    Ora le chiedo se secondo lei non sia meglio che il progetto di riforma costituzionale da lei auspicato non sia destinato all'esame del prossimo Parlamento, in quanto questo è, a tutti gli effetti e con poche eccezioni, un Parlamento di nominati e, come se non bastasse, di nominati da partiti delegittimati e personalistici, responsabili dello sfascio attuale.
    Io ho stima di lei, come ne ho di Rodotà, Barbara Spinelli, Zagrebelsky ecc., ma non vedo su quali basi si possa imporre la riforma da voi voluta all'elettorato del PD e di Berlusconi, al quale va bene anche la riforma Renzi-Berlusconi. Io parto dal principio che questo Parlamento imporcellato e viziato dal conflitto di interessi non possa toccare nè la Costituzione nè la legge elettorale e che pertanto debba limitarsi ad abolire il porcellum tornando automaticamente alla legge precedente e poi copiare la legge sul conflitto di interessi di un qualsiasi Paese civile e correre a nuove elezioni. Come si fa a dire che le riforme targate Renzi non vanno bene e le vostre si, quando il Parlamento che le deve votare è lo stesso, ossia quello imporcellato? Personalmente mi fido di lei e di Rodotà, ma c'è chi si fida di tutt'altra gente e quindi le buone proposte vanno comunque riservate alla successiva legislatura. I discorsi di LEG ricordano la frase di una canzone di Guccini:"Cos'è un lager? E' una cosa sporca, cosa di padroni, cosa vergognosa di certe nazioni. Noi ammazziamo solo per motivi buoni, e QUANDO SONO BUONI STA A NOI GIUDICARE". Spinelli e Rodotà dicono: un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Consulta non può cancellare l'elettività del Senato ecc. Noi vogliamo il superamento del bicameralismo perfetto ecc...". Della serie: la Costituzione si modifica ma come proponiamo noi. Di grazia: la cultura giuridica che possedete, non vi spinge a dire che con un Parlamento in queste condizioni, qualsiasi modifica costituzionale deve essere rinviata a tempi migliori e nel frattempo si deve lavorare alacremente per favorire il miglioramento dei tempi applicando la Costituzione e le leggi che abbiamo?
    La riforma da lei proposta, fosse pure la più perfetta del mondo, con che coraggio la portate avanti in un Parlamento simile, pronto pure a votare un italicum che ripristina il bivacco di manipoli e lo statuto albertino col senato nominato dal re? Quelli, se gli si permette di toccare un articolo della Costituzione, ne approfittano per sbranarli tutti, giusto per imbalsamare il proprio potere. Io mi auguro che lei ci ripensi e agisca per tenere gli squali lontani dal testo costituzionale. Le auguro di discutere la sua proposta di legge costituzionale molto presto, ma in un Parlamento eletto dai cittadini.
    Saluti.
    Giovanna

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  2. Condivido il suo ragionamento e credo di essere l'unico senatore che si è alzato in aula per auspicare l'umiltà costituzionale, cioè per prendere atto che non solo questo Parlamento ma la nostra classe politica attuale non è abilitata a modificare la Costituzione dopo i fallimenti di un ventennio. Questa rimane la mia posizione numero uno; però poi in Parlamento quando si perde sulla principale si passa alla subordinata e qui mi sono permesso di entrare nel merito, dimostrando che se proprio si vuole riformare il bicameralismo si può fare meglio; questo almeno nel senso di limitare i danni più gravi e forse ci riusciremo, perché la proposta Chiti oggi raccoglie un diffuso consenso in Parlamento.

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