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lunedì 13 settembre 2021

La riforma istituzionale per Roma

Sono stato consultato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati sulla riforma istituzionale della Capitale. Di seguito potete leggere il testo dell'audizione che si è svolta il 13 maggio del 2021.


Onorevoli deputati,

è una buona notizia l’avvio della discussione parlamentare sulle istituzioni di Roma Capitale. Affinché sia proficuo il confronto tra le parti politiche è necessario, a mio avviso, il rischiaramento del discorso pubblico sulla riforma della capitale.

Nel corso di un trentennio si sono affastellate argomentazioni eterogenee, alcune fondate e altre meno. Spesso sono state avanzate soluzioni senza chiarire i problemi. Si sono contrapposte questioni di breve periodo e di lunga durata. E non si è mai trovata una sintesi tra la funzione nazionale e la forma territoriale1.

Se si eliminano i problemi inesistenti e i radicati fraintendimenti il confronto politico diventerà più trasparente per l’opinione pubblica e nel contempo si potrà concentrare intorno alle opzioni realmente differenti, al fine di trovare le necessarie mediazioni.

In tal senso propongo alcune riduzioni di complessità del dibattito.

La riforma istituzionale deve occuparsi del futuro della capitale, non della gestione ordinaria, alla quale devono adempiere le amministrazioni locali con i poteri e finanziamenti disponibili, come accade per le altre città italiane.

La soluzione migliore consiste nell’istituzione per via costituzionale della Regione Capitale, ma deve essere inserita in una riforma complessiva del sistema regionale italiano.

Nel frattempo si possono attuare e migliorare le leggi vigenti per connettere la funzione della capitale alla riforma dell’assetto metropolitano di Roma.

mercoledì 1 settembre 2021

Ricordando Nicolini a villa Ada

Ho partecipato al dibattito in ricordo di Nicolini il 25 luglio a villa Ada:  La Bella Estate di Roma. Le politiche culturali prima e dopo l'estate romana di Renato Nicolini. quali visioni possibili?

Di seguito potete leggere il testo del mio intervento, che poi è stato pubblicato come introduzione al bel libro curato da Marco Testoni, Renato Nicolini. La gioiosa anomalia, Edizioni Efesto.


Quando mi capita di ricordare Renato Nicolini sono combattuto tra due sentimenti divergenti, di dolore e di speranza.

Di dolore perché mi manca il colloquio con lui; ho il rimpianto di non aver passato più tempo insieme negli ultimi anni. Ma il dolore più intenso è in un certo senso collettivo e lo esprimo a nome della nostra generazione, anche se non sono autorizzato, e forse molti miei coetanei non sono neppure d’accordo. Per la nostra generazione intendo i dirigenti del Pci del tempo. Noi non lo abbiamo compreso e non lo abbiamo sostenuto come avremmo dovuto. E lui ne ha sempre sofferto, pur senza darlo a vedere. Non a caso il suo ultimo articolo, scritto un mese prima della morte, è una dura critica rivolta alla sua, alla nostra, generazione.

L’altro sentimento, la speranza, mi prende quando incontro giovani che comprendono Nicolini meglio di noi, pur non avendolo conosciuto di persona, e soprattutto attualizzano la sua opera, anche inconsapevolmente, e la rendono generativa di altre opere.