Onorevoli deputati,
è una buona notizia l’avvio della discussione parlamentare sulle istituzioni di Roma Capitale. Affinché sia proficuo il confronto tra le parti politiche è necessario, a mio avviso, il rischiaramento del discorso pubblico sulla riforma della capitale.
Nel corso di un trentennio si sono affastellate argomentazioni eterogenee, alcune fondate e altre meno. Spesso sono state avanzate soluzioni senza chiarire i problemi. Si sono contrapposte questioni di breve periodo e di lunga durata. E non si è mai trovata una sintesi tra la funzione nazionale e la forma territoriale1.
Se si eliminano i problemi inesistenti e i radicati fraintendimenti il confronto politico diventerà più trasparente per l’opinione pubblica e nel contempo si potrà concentrare intorno alle opzioni realmente differenti, al fine di trovare le necessarie mediazioni.
In tal senso propongo alcune riduzioni di complessità del dibattito.
La riforma istituzionale deve occuparsi del futuro della capitale, non della gestione ordinaria, alla quale devono adempiere le amministrazioni locali con i poteri e finanziamenti disponibili, come accade per le altre città italiane.
La soluzione migliore consiste nell’istituzione per via costituzionale della Regione Capitale, ma deve essere inserita in una riforma complessiva del sistema regionale italiano.
Nel frattempo si possono attuare e migliorare le leggi vigenti per connettere la funzione della capitale alla riforma dell’assetto metropolitano di Roma.