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venerdì 12 gennaio 2024

La Forma Urbis al Celio: il primo passo del progetto CArMe

Vi consiglio di andare a vedere la Forma Urbis, la grande mappa marmorea di Roma Antica, inaugurata dal Sindaco Gualtieri ed esposta nella ex-Palestra GIL del Celio, a cura della Sovrintendenza Capitolina.

Si tratta del primo passo del CArMe, l'ambizioso progetto di trasformazione del Centro Archeologico Monumentale, di cui potete farvi un'idea leggendo il mio Rapporto al Sindaco; qui in versione integrale e in una breve sintesi.

Qui un breve video dell'inaugurazione.


                                             PASSEGGIARE NELLA STORIA

La Forma Urbis è collocata nella ex-Palestra Gil, in una grande sala illuminata da una finestra a parete rivolta verso il parco del Celio. Il visitatore vede in questa stanza la mappa di Roma antica incisa sul marmo in epoca severiana.

La Sovrintendenza Capitolina ha realizzato un'istallazione originale e vicina allo sguardo dei visitatori. I reperti disponibili, che coprono circa il 10% dell'estensione originale della mappa, sono collocati sul pavimento, sopra la Pianta del Nolli e sotto una copertura trasparente e calpestabile. Questa innovazione consente di passeggiare sui reperti della Forma Urbis, di vederli da vicino e di comprenderne la collocazione urbanistica moderna. Una vera e propria passeggiata nella storia. E' una soluzione innovativa rispetto alla tradizione. Infatti, tutte le esposizioni del passato, a cominciare da quella antica nel Tempio della Pace, erano installate su pareti verticali e quindi di difficile comprensione per gli osservatori. L'intento attuale è di favorire una "prossimità dell'antico", che promuova la conoscenza dell'opera e ottenga una sorta di confidenza con la memoria storica, superando quelle forme separate e scostanti che talvolta caratterizzano le musealizzazioni archelogiche. Nel prossimo anno la stanza sarà dotata di efficaci strumenti digitali che miglioreranno ulteriormente la conoscenza e il godimento dell'opera severiana.  

                                                                          

La Forma Urbis sulla pianta del Nolli nella ex-palestra GIL


Roma si arricchisce così di una nuova preziosa opera di conoscenza della sua storia, aperta al godimento dei cittadini e dei visitatori dopo un secolo di oblio. L'ultimo allestimento integrale della mappa, infatti, fu collocato al Palazzo dei Conservatori nel 1903 e si concluse nel 1924. In seguito, solo alcune parti furono esposte all'Antiquarium del Celio, fino alla sua chiusura nel 1938. 

Sulla storia della Forma Urbis potete leggere la nota in Appendice 1.

Sulle Informazioni di servizio, accessibilità, tariffe ecc, andate all'Appendice 2.


                                 IL GIARDINO VITRUVIANO

All'uscita dell'ex Palestra GIL ci si trova davanti una sorta di "giardino vitruviano" costituito di tipici elementi architettonici e di altri elementi marmorei significativi dell'antica Roma.

L'esposizione consente di approfondire aspetti della vita sociale attraverso le scelte dei diversi ceti di rappresentare il proprio status nella sfera funeraria: da piccoli cippi sepolcrali alle tombe monumentali di ricchi senatori, come quella di Servio Sulpicio Galba.

Nel settore dedicato al sacro emerge il senso del divino nelle modeste aree dedicate alle divinità del pantheon romano e nei più grandi templi pubblici, come il tempio dei Castori nel Foro Romano. Si possono cogliere le differenze, dimensionali e qualitative, nella contrapposizione fra edifici pubblici e privati.

Sono esposte diverse testimonianze della presenza amministrativa di Roma sul territorio: dai cippi di delimitazione dell’alveo del Tevere agli ampliamenti del pomerio della città antica, fino ai cippi con le indicazioni delle aree di pertinenza degli acquedotti.

Le testimonianze più numerose e imponenti riguardano il gusto architettonico antico e raccontano il modo di costruire e decorare gli edifici e dall’altro le tecniche impiegate per la lavorazione dei marmi

Entro l'anno saranno disponibili gli strumenti digitali finalizzati a migliorare la conoscenza di tutto il sito. Si potrà fare una passeggiata nel Giardino Vitruviano ricevendo informazioni storiche sui singoli reperti, come fosse un breve corso di formazione sull'architettura antica.

                        Il Giardino Vitruviano, la Casina del Salvi e l'ex-palestra GIL (in fondo a destra) 


                    LA COFFE-HOUSE ALLA CASINA DEL SALVI



Nella Casina del Salvi è in corso un complesso intervento di restauro. Dopo la conclusione, prevista per la fine dell'anno, tornerà alla funzione ottocentesca di coffe-house. Dalla bellissima terrazza si potrà ammirare il panorama del sottostante Giardino Vitruviano e all'orizzonte del Colosseo e del Palatino. Sarà un luogo di incontro, di ristoro e di sosta per chi ha intrapreso una passeggiata. Ce n'è grande bisogno: oggi il Centro Archelogico, per una grande estensione da Piazza Venezia all'Appia Antica, è molto carente di elementari funzioni di vivibilità, come acqua potabile e toilette.

Al secondo piano della Casina saranno disponibili Aule per giovani che intendono passare una giornata di lavoro o di studio a ridosso dei monumenti antichi. Si tratta di un piccolo contributo per riaprire il Centro Archeologico alla vita quotidiana della città e all'interesse delle nuove generazioni.

Dal retro della Casina si potrà risalire, mediante ascensori e scale, fino alla sommità del Tempio di Claudio, godendo di una visione strepitosa sull'intero Centro Archeologico. Da questo affaccio, poi, inizierà un percorso pedonale in quota che arriverà fino all'Arco di Dolabella e quindi tornerà alla quota urbana all'altezza della Navicella. Sono in corso trattative con il Vaticano per realizzare il percorso ai margini della proprietà del Convento dei Padri Passionisti.

                             LA RISCOPERTA DEL CELIO 

Da molto tempo il Colle è abbandonato all'incuria degli spazi pubblici e del verde. Paradossalmente, si sommano senza ostacolarsi sia le ossessioni securitarie sia i comportamenti abusivi, sia il florilegio di inutili recinzioni sia l'arroganza di automobili in sosta abusiva proprio di fronte al Colosseo.  

Tutto ciò ha consolidato nel tempo una dimenticanza del Celio, una scomparsa dalle politiche pubbliche e una disattenzione dell'opinione pubblica, a dispetto, però del suo immenso valore storico e ambientale: uno dei Sette Colli, incastonato tra il Palatino, il Colosseo, il Colle Oppio e l'Appia Antica; un pregiato sistema verde che culmina nella Villa Celimontana e scende verso il grande complesso dell'arcaica Valle Murcia, da Caracalla al Circo Massimo. Un luogo ricchissimo di monumenti, di chiese, di testimonianze archeologiche, che si sono stratificate attraverso tre millenni di storia. Come una sorta di sineddoche, il Celio rappresenta tutti i caratteri mirabili di Roma.   

Oggi, comincia l'inversione di tendenza con la Forma Urbis, il Giardino Vitruviano e la Casina del Salvi. A questi interventi seguiranno altre opere molto importanti, come proposto da tempo dalla meritoria Associazione Celio. 

Entro il Giubileo verrà riqualificato il sistema del verde con nuove essenze vegetali legate alla tradizione romana, percorsi pedonali verso il rione Celio e i monumenti circostanti, aree di sosta e ristoro, balconate verso il Palatino e il Colosseo, luoghi liberati dalle recinzioni, suoli permeabili al posto degli inutili asfalti, manto erboso tra i binari del tram, ecc.   


                                    Il tram si muove sul manto erboso del parco del Celio


Inoltre, dopo decenni di abbandono, una destinazione originale sarà assegnata all’Antiquarium, il cui restauro è finanziato dal PNRR. Non si è ancora presa una decisione, ma potrebbe diventare una sorta di Forum Celio, un centro polivalente di cultura, dove svolgere rappresentazioni di arte, di musica, di cinema, di teatro; una struttura moderna dotata di biblioteche, di realtà virtuale, di servizi di ristoro, di aule studio e di spazi per lo smart-working, di attrezzature per l’attività fisica nell’area verde limitrofa, di laboratori didattici e ludoteche, rilanciando anche il progetto elaborato dalla Sovrintendenza Capitolina nel 2006 di una sorta di Parco Archeologico per le bambine e i bambini. In controtendenza rispetto alla scontata previsione di un museo, tante volte proposto, il monumento promuoverebbe un’inedita relazione tra gli stili della vita urbana e la conoscenza della città antica.

Infine,  entro il prossimo Giubileo verrà recuperata la Casina Vignola Boccapaduli che diventerà un centro informativo dedicato alla connessione tra il Centro Archeologico, le Terme di Caracalla e l'Appia Antica. L'area circostante sarà pedonalizzata e funzionerà come stazione di partenza dei percorsi ciclopedonali e dell'autobus elettrico rivolti verso la Regina Viarum.                                


                                 Casina Vignola Boccapaduli: centro informazione tra CArMe e Appia Antica


                             L'ACCESSIBILITA DEL COLLE

Una serie di opere già in fase realizzazione e progettazione miglioreranno l'accessibilità del Colle.

Per il Giubileo aprirà la nuova stazione della metro C ai Fori Imperiali, che apporterà un grande beneficio per la rete dei trasporti romani: i cittadini della periferia orientale potranno arrivare agevolmente nell'area archeologica e si costituirà la prima maglia tra le tre metropolitane, con la linea B a Colosseo e con la linea A a San Giovanni (oggi A e B sono connesse solo in un punto, a Termini). La nuova stazione sarà anche un museo aperto alla vita quotidiana: uscendo dai tornelli si potranno ammirare i reperti rinvenuti negli anni Trenta nello sbancamento della soprastante Collina Velia, in particolare i pozzi votivi che scendevano dalla cresta e la grande zanna di elefante del Pleistocene. 


        La zanna di elefante rinvenuta sotto la collina Velia sarà esposta nella stazione metro Colosseo


Il nuovo servizio di trasporto Archeotram utilizzerà l'infrastruttura esistente per connettere il Celio con quasi tutti gli altri luoghi di Roma Antica, da un verso Circo Massimo e Piramide e dall'altro S. Clemente, Mura di San Giovanni, Porta Maggiore, Horti Imperiali di piazza Vittorio, Terme di Diocleziano e Museo Archeologico Nazionale. A Piramide verrà costruito un piccolo tratto nuovo fino a piazzale dei Partigiani, di fronte alla stazione ferroviaria Ostiense. In tal modo si potranno captare i flussi turistici che vengono dal porto di Civitavecchia e dai pullman privati. Si potranno eliminare, quindi, i parcheggi e i transiti dei "bisonti" turistici da tutta l'area archeologica, con evidente beneficio rispetto all'inquinamento e all'immagine dei luoghi, e nel contempo si potrà fornire ai visitatori un efficace servizio di trasporto e di conoscenza dei luoghi antichi.



                             L'Archeotram in connessione con la rete del ferro

L'Archeotram attiverà anche una maglia di trasporto intermodale ad area vasta: una sorta di ArcheoMetrebus, che consente dalla stazione Termini di arrivare col treno, in nove minuti, alla stazione di Torricola nei pressi del tratto in basolato della Regina Viarum, per poi tornare verso il centro con il percorso ciclopedonale o l'autobus elettrico e a Porta Capena trovare l'Archeotram che conduce di nuovo a Termini.   


L'ArheoMetrebus connette il Celio, l'Appia e quasi tutti i monumenti di Roma Antica

Anche per gli appassionati delle due ruote, in crescita negli ultimi anni, ci sarà una novità importante. Il Celio verrà circondato dal GRAB, il grande anello delle bici che collegherà l'area archeologica con il Tevere e l'Appia Antica. 

Per la sua collocazione centrale il Colle è stato in passato un crocevia di diversi itinerari urbani. Questa vocazione sarà rilanciata da nuove interventi. Si è già detto della stazione di partenza verso l'Appia nella Casina Vignola Boccapaduli. 

Inoltre, verrà realizzato un nuovo percorso pedonale tra l'area archeologica e le Mura Aureliane mediante la riqualificazione del Clivo di Scauro, di via San Paolo della Croce e di via della Navicella, fino a Porta Metronia, nei pressi delle Mura e dell'altra stazione della metro C, impreziosita dal recupero della Caserma delle guardie di Adriano. 

Infine, last but not least, alle pendici del Colle, su via San Gregorio, i visitatori troveranno la Nuova Passeggiata Archeologica: un’opera tanto semplice nella trasformazione materiale quanto intensa nella metamorfosi simbolica. Sarà un grande anello pedonale che collegherà il Celio e via di San Gregorio con via dei Cerchi, via di S. Teodoro, le salite e le discese del Colle Capitolino e il nuovo allestimento urbano di via dei Fori. Il progetto di alta qualità architettonica scaturisce dal concorso internazionale appena concluso.


        La Nuova Passeggiata Archeologica, con gli affluenti percorsi pedonali, compreso quello del Celio 

Con semplici elementi di arredo e di wayfinding, la Passeggiata distenderà i flussi pedonali oggi abbarbicati intorno al Colosseo, riattiverà le relazioni con i rioni del Centro Storico e soprattutto richiamerà l’attenzione dei cittadini e dei visitatori sulla ricchezza dei luoghi meravigliosi, sulla varietà dei monumenti e sulle stratificazioni plurimillenarie del paesaggio. Si tratta, quindi, di un’infrastruttura culturale che modificherà il senso dei luoghi e per la prima volta aiuterà i cittadini e i visitatori a percepire il Centro Archeologico come un sistema molteplice di paesaggi e di monumenti e non solo come una serie di attrattori turistici separati tra loro e dalla città

                                   IL PROGETTO CArMe

Lungo il nuovo anello pedonale si potranno ammirare tutte le opere e i restauri in fase di realizzazione nel triennio 2025-7 nei diversi siti: oltre al Parco del Celio, le aree archeologiche dei Fori, l’allestimento pedonale della via, la Torre dei Conti, il centro servizi del Tempio della Pace, il Belvedere Cederna, il Parco di Colle Oppio e della Cisterna delle Sette Sale, i nuovi centri espositivi di via dei Cerchi, le aree del Foro Boario e del Teatro di Marcello. Tutti questi interventi e molti altri sono inseriti nel Progetto CArMe, di cui la Forma Urbis costituisce lo squillo di tromba che avvia la sfida.


Il compito è ambizioso: riscoprire l’area archeologica come il centro della vita pubblica, proprio come era nell’antichità.

Con adeguate tutele, restauri e allestimenti, gli spazi moderni e le aree archeologiche possono svolgere pienamente la funzione simbolica di centro della civitas e nel contempo costituire il luogo prediletto della vita quotidiana, dove darsi un appuntamento, camminare attraverso la storia, conoscere la vicenda plurimillenaria della città, sentirsi liberi di giocare, studiare o lavorare, partecipare agli eventi civili e al dibattito pubblico e soprattutto riconoscersi come cittadini di Roma e del mondo.

La scala del progetto è molto più ampia dei Fori e comprende tutta l’area compresa tra piazza Venezia, le Terme di Caracalla, Colle Oppio e il Tevere. È il Centro Archeologico Monumentale di Roma, indicato con l’acronimo CArMe, in memoria del componimento poetico che in età arcaica svolgeva una funzione propiziatoria per le grandi imprese, sperando sia di buon augurio anche oggi.

La trasformazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe) è la più bella notizia che Roma possa dare al mondo. È l’ambizione di ravvivare la memoria storica come energia di cambiamento della città. È l’occasione della riscossa civile dopo la stagnazione che ha attanagliato la Capitale negli ultimi tempi. È la meraviglia da condividere tra tutte le genti, tra le diverse generazioni, tra gli abitanti e i visitatori, tra il centro e la periferia, come auspicava il sindaco Petroselli.

Purtroppo, la vita urbana si è allontanata dall’area archeologica, ormai consegnata quasi esclusivamente al turismo di massa. Eppure i cittadini del mondo sarebbero accolti nel modo migliore se i monumenti fossero frequentati anche dagli abitanti, i quali custodiscono l’autenticità dei luoghi, animano la vita dei rioni e differenziano le attività culturali ed economiche, evitando i rischi dell’omologazione del tessuto urbano. Il nostro obiettivo, quindi, è il reincanto dei romani verso la città antica.




APPENDICE 1 - LA STORIA DELLA FORMA URBIS


La Forma Urbis severiana è stata realizzata tra il 203 e il 211 d.C.: vale a dire tra l'anno della costruzione del Septizodium – il ninfeo monumentale che troviamo rappresentato nella pianta – e quello della morte di Settimio Severo, che è menzionato su una delle lastre insieme al figlio maggiore, il futuro imperatore Caracalla.

Originariamente era esposta sulla parete di un’aula nel Tempio della Pace, che fu in seguito inglobata dal complesso dei SS. Cosma e Damiano nell’area del Foro Romano. La parete su cui la pianta era affissa corrisponde all’odierna facciata della Basilica.

Lo studio delle tracce presenti sulla parete ha consentito di ricostruire ingombro e dimensioni della Forma Urbis: la pianta era incisa su 150 lastre di marmo applicate alla parete con perni di ferro ed occupava 18 x 13 m circa.

E venne realizzata quando le lastre erano già montate sulla parete.

Fu ricavata da un grande rilevamento catastale della città, riprodotto in modo semplificato, ed è orientata, secondo l'uso romano, con il Sud-Est in alto e non il Nord.

Si tratta di uno dei più rari documenti giunto a noi dall’antichità, che restituisce un panorama unico del paesaggio urbano di Roma antica.

Nella sua integrità, su di una superficie di quasi 235 mq erano rappresentati circa 13.550.000 mq di città antica attraverso una moltitudine di sottili incisioni che raffiguravano le planimetrie degli edifici di Roma, a una scala media di circa 1:240.

Considerata la posizione, la difficile leggibilità e la generale assenza di dettagli, è probabile che la pianta marmorea avesse, più che una finalità pratica, una funzione di propaganda e di celebrazione del potere, fornendo all’osservatore una visione generale della città e dei suoi grandiosi monumenti, le cui sagome erano facilmente individuabili anche grazie all’uso del colore.

Dopo la scoperta nel 1562 e la lunga permanenza a Palazzo Farnese (1562-1741), molti frammenti andarono perduti e dispersi. Le lastre finirono in parte frantumate e usate come materiale da costruzione per i lavori farnesiani del Giardino sul Tevere.

La pianta marmorea è entrata a far parte delle collezioni dei Musei Capitolini dal 1742.

Quello che rimane oggi è circa un decimo del totale della pianta.

Delle centinaia di frammenti, da piccole schegge a settori di lastra con interi quartieri, solo circa 200 sono stati identificati e idealmente collocati sulla topografia moderna.



APPENDICE 2 - INFORMAZIONI DI SERVIZIO


Ingressi:

Clivo di Scauro 4, Roma

Viale del Parco del Celio 20, Roma

Orari

Il Parco Archeologico del Celio è aperto tutti i giorni dalle 7.00 alle 17.30 (ora solare) e dalle 7.00 alle 20.00 (ora legale)

Chiuso il 25 dicembre, 1° maggio.

Il Museo della Forma Urbis è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso un’ora prima).

Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1° maggio.

Tariffe

Parco Archeologico del Celio: ingresso gratuito

Museo della Forma Urbis:

Intero Non Residente € 7,50 – Ridotto Non Residente € 6,50

Intero Residente € 6,50 – Ridotto Residente € 5,50

Ingresso gratuito con la MIC Card

È possibile acquistare il biglietto d’ingresso online, tramite il call center 060608, con diritto di prevendita € 1 oppure presso la biglietteria del Museo.

L’acquisto in biglietteria di biglietti per date successive è consentito solo con carta di credito con diritto di prevendita € 1.

L’area archeologica e il museo sono accessibili a tutti

Per maggiori informazioni:

060608 (tutti i giorni ore 9.00-19.00)

www.sovraintendenzaroma.it





10 commenti:

  1. Bello. Spero che sia tutto vero.

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  2. Finalmente un vero gioiello di storia

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  3. Bellissimo progetto, innovativo e più vicino alla gente. Spero di poter andare di persona a vedere. Ringrazio anticipatamente per le comunicazioni versate online.

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  4. Vogliamo far lavorare i giovani talenti digitali? Vedendo le numerose foto della Roma pre 1870 (non meno interessante di quella imperiale), sarebbe bello vederla ricostruita digitalmente dalle vecchie foto , come una street view del Marchese del Grillo...

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  5. Bellissima iniziativa che fa scoprire cose nuove meravigliose. Grazie Walter Tocci e Al sindaco Gualtieri. Andate avanti👏👏

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  6. Ottimo lavoro , questo della forma urbis ed il progetto CArMe nel suo complesso (archeometrebus, passeggiata archeologica , valorizzazione Celio). State dando il piacere ai cittadini romani di vivere Roma

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  7. Spero si possa vedere realizzato PROGETTO BELLISSIMO

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  8. formidabile progetto. finalmente. Intanto L allestimento firma urbis è emozionante.

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  9. Grazie Walter, il sogno di Petroselli e di tutti quelli che hanno vissuto quegli anni in cui la politica era idee e impegno per migliorare la nostra città e le condizioni di vita di tutti i romani, si potrà realizzare grazie al tuo impegno e a quello di tutti quelli ci lavorano e che vogliono bene a Roma.

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  10. Bellissimo il nuovo museo della Forma Urbis. Segnalo che esiste anche una app per godersi l’intera pianta del Nolli in mobilità, si chiama Nolli App.

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