Sulla crisi della sinistra Ferruccio Capelli ha scritto un bel libro di analisi e di proposta: A sinistra. Con uno sguardo umano. Lo abbiamo presentato alla Fondazione Basso il 23-10-2023, insieme al presidente Franco Ippolito, Marina Forti e Marco Furfaro.
La Casa della Cultura di Milano ha gentilmente pubblicato il testo del mio intervento nella versione completa.
Una parte del testo potete leggerla di seguito.
Il video della presentazione si trova qui (mio intervento inizia a 1h e 11m)
L’idea del Nuovo Umanesimo è la questione centrale del libro. Merita, quindi, di essere discussa, sviscerata nelle conseguenze e messa alla prova. Ferruccio ci lavora da tanti anni con la cura che conosciamo. Mi pare una linea feconda. E consente anche di ampliare la discussione con molteplici ispirazioni culturali. Come va già facendo la Casa della Cultura a Milano, per esempio, nel dialogo con la tradizione del personalismo cattolico di marca ambrosiana oppure riscoprendo le origini del movimento socialista rappresentato in quella città non a caso da un’istituzione sociale come l’Umanitaria, il longevo centro di formazione e di cultura che rimanda all’opera di Gnocchi Viani, quanto mai attuale.
Umanesimo come pensiero della vita
La discussione sul libro, quindi, deve svilupparsi intorno alla domanda: che cos’è l’Umanesimo.
A me pare si possa rappresentare con parole semplici come il Pensiero della Vita. Questa espressione può essere letta come un genitivo soggettivo oppure un genitivo oggettivo.
Se è protagonista la prima parola, abbiamo un Pensiero che si rivolge alla Vita. Cioè, come dice l’autore, “uno sguardo sulla vita” che elabora un costrutto nel campo delle idee, una narrazione, una filosofia. Da tutto ciò emerge un Umanesimo Ideale.
Se è protagonista la seconda parola, la Vita irrompe nel Pensiero svelando la lotta originaria tra umano e disumano. Questo, invece, è l’Umanesimo Esistenziale che emerge nella dimensione dell’intangibile, dell’irriducibile e perfino dell’indicibile. Come ha detto prima Marina Forti, di fronte al conflitto israelo-palestinese quasi ci mancano le parole per descrivere da un lato l’odio infinito, la strage quotidiana, ma dall’altro lato anche episodi quasi invisibili che disertano lo spirito di vendetta e scelgono la generosità e il dialogo.