martedì 24 ottobre 2017

Il senso del pudore


Pubblico il mio intervento in discussione generale in Senato sulla legge elettorale.

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Signor Presidente,
il disegno di legge elettorale mi scaraventa in un paradosso. Da un lato condivido tutto e dall'altro non condivido niente. 
Siamo alla fine della legislatura e c'è in aula una proposta per superare il Consultellun, che è la soluzione peggiore non solo per le sue gravi anomalie ma per la definitiva delegittimazione del Parlamento. Se lo scenario fosse solo questo non potrei che votare a favore.
Ma non riesco a non domandarmi: come siamo arrivati fin qui? E soprattutto con quali forzature istituzionali? E quali inganni contengono queste norme?

La legislatura si chiude come si era aperta, con strappi inusitati allo stile repubblicano. La legge elettorale andava approvata subito dopo la sentenza della Corte sul Porcellum, concludendo nel 2014 la legislatura per restituire la parola agli elettori. Invece, in contrasto con il buon senso prima che con le buone regole, si affidò l'arduo compito di riscrivere la Costituzione a un Parlamento eletto con legge incostituzionale. È stato l'inizio di tutti gli errori successivi e ne portano la responsabilità in tanti, sia chi comanda adesso nei partiti sia chi allora ne era a capo.

Oggi non si può accettare il voto di fiducia sulla legge elettorale. Non si invochi il caso della legge truffa, perché allora il presidente del Senato respinse la richiesta del voto di fiducia e poi si dimise dalla carica. Era un vecchio liberale come se ne trovano pochi oggi in Italia. L'altro precedente è l'Italicum, che meritava solo l'oblio, almeno per un senso di pudore.

Sono caduti tutti i freni inibitori: anche la mozione parlamentare contro la Banca d'Italia conferma che perfino i propositi più sconvenienti possono essere messi ai voti. Ormai si può fare tutto, se è funzionale a uno scopo. Il ceto politico, in gran parte, non è più capace di darsi liberamente dei limiti, di fermarsi prima di apparire sguaiato, di evitare ciò che è inopportuno anche se non è vietato. Le pulsioni politiche perdono ogni riguardo, svestendosi delle forme istituzionali. Se manca il senso del pudore, si rischia di perdere anche il dovere della responsabilità. Il limite della politica è l'essenza di ogni Costituzione.