sabato 16 gennaio 2016

Prima la politica per Roma, poi i candidati


Si ripete il vecchio copione. Il Pd romano si ripresenta alle elezioni senza un programma credibile. Affida alle primarie il compito improprio di sciogliere i nodi politici. Seleziona i candidati nel recinto di partito, sempre più angusto. 


Sono gli stessi errori del 2013. E' sconcertante ripeterli oggi, soprattutto dopo il crollo del nostro governo cittadino, una sconfitta che ci riguarda tutti. Sarebbe invece il momento di tentare soluzioni nuove, di immaginare scenari inediti, di alzare lo sguardo intorno a noi. Ci vorrebbero umiltà e coraggio. L'umiltà di riconoscere la sconfitta e di ripartire sapendo che non bastiamo a noi stessi. Il coraggio di mettersi in discussione per tornare a servire la città.

Nei mesi passati mi è capitato di fare tre proposte. Sono ancora valide, anche se si è perso tempo utile. Le riassumo qui, prima che sia troppo tardi.




1. Per vincere a Roma bisogna mobilitare le migliori energie del cambiamento, le passioni civili, le competenze di governo, le esperienze sociali. Il Pd promuova una lista civica del centrosinistra. Spetta a noi offrire l'occasione di un campo aperto per elaborare un ambizioso progetto di città e selezionare una nuova classe dirigente in grado di attuarlo. 
Mettere da parte il simbolo di partito non sarebbe una rinuncia, ma un investimento per la riscossa del centrosinistra romano. Con orgoglio potremmo mettere a disposizione del movimento civico i nostri migliori amministratori e un patrimonio di idee e di esperienze. La nostra generosità solleciterebbe l'impegno diretto di tante personalità cittadine e soggetti sociali. Sarebbe la novità politica in grado di suscitare le speranze di rinascita della capitale. Sarebbe l'unico modo per battere la demagogia grillina e il ritorno della destra del malaffare.

2. Il commissariamento del partito ha avuto il merito di difendere l'onore del Pd nella bufera di Mafia capitale e di ricostruire una presenza almeno in alcuni territori. Ma il suo compito è esaurito e il prolungamento può diventare una debolezza. Sarebbe curioso chiedere agli elettori il mandato per governare la città senza aver prima risolto il governo del nostro partito. Bisogna convocare il congresso prima delle elezioni per riformare radicalmente l'organizzazione. Finora è prevalsa un'inversione tra gli effetti e le cause, scaricando tutte le colpe sui circoli, senza rimuovere le filiere di potere che opprimono la base del partito. 
Oggi esso è come un brand che viene utilizzato dai notabili per gestire il consenso personale nel territorio. È un ceto che gestisce lo status quo, impedisce le riforme e chiude le porte alla partecipazione politica dei cittadini. L'obiettivo del congresso è fondare il vero partito dei democratici che organizza le passioni e le intelligenze per il cambiamento. È il Pd che sognammo ormai dieci anni fa. Ed è un sogno che possiamo ancora realizzare.

3. La crisi della politica ha prodotto un degrado irreversibile dell'amministrazione. Non è più il tempo dei pannicelli caldi. Bisogna eliminare il vecchio Comune di Roma, ormai fuori misura, troppo grande per gestire la vita di quartiere e troppo piccolo per regolare le trasformazioni di area vasta. Le sue funzioni vanno trasferite agli attuali Municipi e alla nascente Città metropolitana. Si potrebbe votare a giugno per queste nuove istituzioni con la legge elettorale utilizzata in passato per le province, basata sui collegi uninominali, in modo da evitare la lotta per le preferenze che è l'humus del malaffare. Basterebbe una modifica di poche righe della legge Delrio, che ho già depositato in Senato. Il Pd deve farsi promotore della riforma istituzionale della capitale, proponendo agli altri partiti un accordo prima delle elezioni. È interesse di tutti che chi ottiene la fiducia degli elettori possa attuare il programma mediante uno strumento amministrativo moderno ed efficiente.

Se bastano dieci giorni per la doppia lettura della revisione della Costituzione - come è sotto gli occhi di tutti - si può trovare il tempo per concordare un piccolo emendamento alla legge Delrio. Se gli altri partiti non fossero disponibili, il Pd inserirebbe la proposta nel suo programma elettorale, impegnandosi a realizzarla in caso di vittoria. Invece di chiudersi nella conta interna per i candidati, si presenterebbe agli elettori come il partito che vuole ricominciare a occuparsi del futuro di Roma.

PS. Ringrazio i tanti amici che per eccesso di stima mi consigliano decisioni avventate. Ma la mia candidatura non è mai esistita, è un'invenzione del chiacchiericcio politico-giornalistico. D'altronde, le esperienze più appassionanti non si ripetono mai. E poi la mia generazione ha consumato il suo tempo. Come militante di sinistra continuerò l'impegno di una vita per il bene della città. 

20 commenti:

  1. Grazie Walter.
    Possibile che tu sia rimasto l'ultimo essere democraticaticamente pensante nel PD?
    Le tue proposte sono l'unica via d'uscita a sinistra e democratica del PD romano.
    Con te fino alla fine!
    Siamo rimasti soli?
    Saluti Progressisti

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  2. un capitano in pensione in crocera su una nave che vede naufragare per Immperizia o altro NON PUO'RIFIUTARSI DI PRENDERE IL COMANDO per fare largo a giovani incapaci e ubriachi di presunzione

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    1. Per ora si è presentato Giachetti. Caro anonimo, puoi non essere d'accordo con lui, ma non puoi definirlo giovane, incapace e ubriaco di presunzione. Vedremo gli altri

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    2. Giacchetti ve lo votate voi

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    3. Ammazza... Giachetti è proprio il più ubriaco di presunzione che io abbia mai visto in vita mia. Ma hai ragione sul fatto che non sia giovane.

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    4. Sono perfettamente d'accordo con la tua analisi Unknown.....Con Giacchetti, a parte la mancanza finora di idee nuove idee e di esperienze riconosciute per portare il Campidoglio fuori dalla secche e lontano dagli attuali scogli, come si potrà recuperare quella parte di elettorato in fuga a sinistra, senza la quale è pia illusione arrivare al ballottaggio, con un pannelliano pentito, approdato alla corte dell'uomo di Scandicci i cui meriti riconosciuti sono gli sconsiderati scioperi deklla fame.....Ma chi è costui ???

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  3. Siamo quattro. Walter è l'unico in grado di guardare lontano. Sono davvero orgoglioso di aver lavorato con lui in passato e pronto ad aiutarlo se - malgrado tutti i suoi dubbi sacrosanti - dovesse convincersi a gettarsi du nuovo nella mischia.

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  4. Caro Walter,
    è chiaro che c'è una questione partito ed una città che si intrecciano. Dal mio punto di vista sarei partito dall'ultimo punto e l'avrei declinato di più perché Roma non è una questione interna al Pd. La deriva degli ultimi anni è solo il frutto di una radice molto antica come tu hai ben spiegato altrove. Proviamo a restituire davvero una discussione sulla città. Potrebbe essere utile a far rinascere interesse sulle forze politiche

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  5. Caro Walter,
    anch'io penso che solo presentando un "Qualcosa" di diverso si potrà sperare di riannodare fili di dialogo con la città ora sfilacciati se non recisi. Diversamente, significherà non aver compreso la gravità di quanto successo e dimostrare - ancora una volta - di non conoscere la complessità dei problemi sul tappeto.
    Tuttavia, vorrei richiamare la tua attenzione sulle conseguenze che il "Codicillo" alla Del Rio potrebbe provocare su un corpo amministrativo comunale ancora prostrato non solo dagli stranoti fatti di mafia capitale ma anche e soprattutto da interventi - diciamo così - organizzativi posti in essere (per lo più in favore di telecamere e per asseriti motivi di spending) dalle scorse amministrazioni e che hanno riguardato, in particolare, i municipi di Roma. Mi riferisco all'operazione di "accorpamento" avvenuta, durante la consiliatura Alemanno, senza criterio alcuno e con lo sciagurato accordo di maggioranza e opposizione.
    Questo per dirti che il fatidico "Codicillo", al pari del noto "battito d'ali" della farfalla, rischia di determinare effetti deludenti se non addirittura indesiderati laddove strutture vecchie e prive di risorse non siano (e non lo sono, credimi) in grado di sostenere l'irrompere del nuovo.
    Ho idea che, invece, dovremmo proporre una consiliatura di vera e propria rifondazione amministrativa del Comune di Roma, una stagione di riscrittura statutaria, di profonda reingegnerizzazione della macrostruttura capitolina all'insegna del recupero del fondamentale principio di distinzione tra indirizzo politico e responsabilità gestionale. Un nuovo patto, una proposta "eccezionale" da offrire alla città, una grande "Manovra" politica che riporti le funzioni di governo nei luoghi dove si elaborano programmi, idee, visioni e restituisca la tecnica ai suoi compiti strumentali.
    L'attuale crisi del sistema del nostro ente non è solo morale o finanziaria, ciò che abbiamo di fronte è una profonda crisi di legittimazione della politica e della burocrazia di cui le soluzioni "commissariali" sono meri epifenomeni. Politica e burocrazia vivono tale processo di delegittimazione separatamente, senza comprendere di essere vela e timone di uno stesso vascello che affonda. C'è un grande bisogno di ri-conoscimento reciproco. Regaliamoci il tempo e lo spazio per conquistarlo.
    enzo vastola

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  6. Walter, da parte di un tuo quasi coetaneo ricevi il riconoscimento della grande sensatezza della tua aromentazione. D'altra parte potresti / potremmo costituire un gruppo di supporto che con alcuni nomi di garanzia consenta di giungere al risultato che auspichi

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  7. Walter, da parte di un tuo quasi coetaneo ricevi il riconoscimento della grande sensatezza della tua aromentazione. D'altra parte potresti / potremmo costituire un gruppo di supporto che con alcuni nomi di garanzia consenta di giungere al risultato che auspichi

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  8. Caro Walter,purtroppo abbiamo l'ingiuria del tempo contro di noi, ma non la visione politica del giusto. Percepisco nelle tue parole la stessa passione di un tempo, quando ho avuto il piacere di frequentarti nelle lotte giovanili. Rispetto al ripetersi delle esperienze appassionanti ti dico solo Quien Sabe.

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  9. Un bagaglio di saggezza e innovazione cosi coinvolgente non può rimanere in tribuna, nemmeno in panchina a dispensare moduli di gioco. Detestò le metafore calcistiche applicate alla politica, da tempo. Ma qui mi consento un'eccezione. Rimettere al centro la politica e le idee, la passione e la tenacia, la tigna, direi. Altrimenti, la solita minestrina. Indigeribile, comunque la si arricchisca.

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    1. Walter le tue idee della politica e di come essa possa essere messa al servizio dei cittadini,sono di una naturalezza dissarmante e di una profondità illuminante.
      Solo chi si rifiuta di comprendere non riesce ad apprezzare il messagio innovativo che esse contengono.
      Purtroppo stiamo attraversando in italia e direi in europa un periodo oscurantista dove un'idea diversa dal liberismo incontrollato e becero non riesce ancora ad essere declinata.
      Solo il papa riesce a parlare un linguaggio che la politica ha smarrito da tempo.
      Noi abbiamo l'obbligo di guardare avanti e mettere a disposizione dei tanti cittadini onesti la nostra esperienza, la nostra passione e la nostra onesta politica.
      cia statuti a.

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  10. Le proposte di Walter mi sembrano sensate, ma a molti di noi non resta che votare 5 stelle, nella speranza che qualcosa cambi a Roma e soprattutto in Italia.I vecchi del PD (fra cui lo stesso Walter) sono stati rottamati un po' ovunque, anche in associazioni politico-culturali,sostituiti spesso da "studiosi" non all'altezza.
    Bisogna mandare a casa l'attuale classe politica (tutta) e ricominciare da zero. Quanto a Giachetti (ossia Rutelli) direi che è uno dei tanti che Pannella ha piazzato in ogni partito. Per il resto preferisco tacere... spero solo che il mio fisico mi permetta di arrivare alla pensione (67 anni)e che non mi licenzino prima. Il PD è riuscito a fare quello che non era riuscito a Berlusconi: Sacconi ha ottenuto quello che voleva. Noi siamo stati traditi su tutti i fronti. Non chiedete più la mia fiducia: è come pensare che un serial killer smetta di uccidere...E' finito il tempo del dialogo. Nikita.Russka

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  11. Caro Walter,
    le idee camminano sulle gambe degli uomini.
    A Roma la "lista del centrosinistra" non si può fare, perchè SEL/SI/Fassina hanno deciso lucidamente (con la lucidità di chi delira) - per ragioni del tutto estranee a Roma - di andare per conto loro.
    Una sola candidaura avrebbe potuto cambiare, ed avrebbe cambiato questo scenario: la tua.
    Rispetto la tua decisione (del resto, sono costretto a farlo), però non dire che non si poteva fare: si poteva, si poteva...
    Abbracci, Nicola

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  12. Caro Walter, qualcunoha ordinato di inscatolare le statue, non mi stupisce. Tuttavia ci sarà stato pure un direttore del Museo, un funzionatio capace di dire: NO! Purtroppo non c'è stato. Roma non si ricostruisce senza rifondare lacoscienza della libertà fondata sulla Costituzione. Pertanto ti invito a siglare questa petizione contro le censure. Mai più veli all'arte e alla cultura. Firma per la libertà di tutti: https://www.change.org/p/ministro-per-i-beni-e-le-attivit%C3%A0-culturali-difendiamo-l-arte-italiana-dalla-censura-mai-pi%C3%B9-statue-coperte Piero Morpurgo

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  13. Le tue proposte signor Tocci rappresentano tre gocce di acqua in mezzo al mare, giele hai suggerite. Il potere ormai ha logorato gli amministratori di questa BELLA CITTA' distrutta dalla politica e NON solo,. Bastava fare il contrario di quello che hanno fatto. Vedi se senti parlare degli ASTENSIONISTI, rappresentano il partito della maggioranza. Se sono tanti a vedere la distruzione della NOSTRA CITTA' ma gli amministratori dove vivono? Le statistiche che ci presentano sono studiate la realtà è un'altra in Italia c'è la fame (la gestione dell'ITALIETTA del resto non è diversa da Roma)

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  14. Le tue proposte signor Tocci rappresentano tre gocce di acqua in mezzo al mare, giele hai suggerite. Il potere ormai ha logorato gli amministratori di questa BELLA CITTA' distrutta dalla politica e NON solo,. Bastava fare il contrario di quello che hanno fatto. Vedi se senti parlare degli ASTENSIONISTI, rappresentano il partito della maggioranza. Se sono tanti a vedere la distruzione della NOSTRA CITTA' ma gli amministratori dove vivono? Le statistiche che ci presentano sono studiate la realtà è un'altra in Italia c'è la fame (la gestione dell'ITALIETTA del resto non è diversa da Roma)

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