giovedì 25 gennaio 2018

In memoria di Tullio De Mauro. La lingua e le lingue nella Costituzione.



In memoria di Tullio De Mauro, a un anno dalla scomparsa, si è tenuto oggi in Senato un convegno di studio su "I diritti linguistici nella Costituzione". Di seguito potete leggere il mio intervento introduttivo, mentre a questo indirizzo trovate il video dell'intero evento.

*
È passato un anno senza Tullio De Mauro. Quanto ci manca? Come ci manca? È sempre presente nel ricordo l'opera intellettuale, l'impegno civile e la generosa umanità. Il suo insegnamento consegna alla nostra responsabilità il cercare ancora nuove vie di pensiero e di azione.
Così, ci è sembrato appropriato ricordarlo in questo convegno che riprende punti essenziali della sua attività: la lingua, la Costituzione e la scuola qui rappresentata dagli studenti del liceo Augusto, che saluto e ringrazio per la presenza.

Nella prima sessione sono previsti tre contributi. In primis, abbiamo l'onore della prolusione del prof. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e maestro della scienza dello Stato per diverse generazioni di studiosi, di amministratori e di cittadini.
Poi Giuseppe Bagni, presidente del CIDI, protagonista nell'autentica riforma, quella che viene dall'esperienza riflessiva di chi opera nel mondo della scuola. Infine, il contributo degli studenti visibile nella Rassegna dei progetti vincitori del Premio "A scuola di Costituzione".

Questa sessione ha un titolo apparentemente semplice ma denso di questioni: "La lingua e le lingue nella Costituzione". Nella congiunzione del singolare e del plurale si avverte la tensione tra la funzione e la natura della lingua: nell'uso assicura l'unità tra i parlanti, ma in sé alimenta l'infinita differenza degli idiomi nella storia e nella geografia. De Mauro ci ha insegnato a scrutare questo doppio movimento - l'aspirazione all'unità e il riconoscimento della molteplicità - che ritroviamo anche nella Costituzione, nella stessa forma ma con significato diverso. La legge fondamentale promuove l'eguaglianza nella società e garantisce la differenza nella libertà. La Carta è il discorso tra i cittadini e la Repubblica, è la lingua giuridica che consente a persone diverse di riconoscersi e di realizzare opere comuni. Nel titolo della nostra sessione, quindi, sono preziose proprio le parole più piccole e meno appariscenti: la e congiunge singolare e plurale della lingua, mentre la preposizione nella ci svela che tra lingua e Costituzione esiste un'intima relazione, il cui significato dipende in gran parte dal ruolo che in essa svolge la lingua.