venerdì 8 ottobre 2021

Lo stupore di Petroselli

La memoria di Luigi Petroselli a quaranta anni dalla scomparsa è stata celebrata il 7 ottobre per iniziativa della Fondazione Gramsci e dell'Assocazione Berlinguer nella sala del Tempio di Adriano a piazza di Pietra, a Roma. Dopo l'introduzione di Giuseppe Pullara e il saluto di Roberto Gualtieri ho tenuto il discorso commemorativo che potete leggere di seguito oppure seguire in videoIl testo è stato pubblicato anche su Strisciarossa.



Quando mi capita di raccontare l’opera di Petroselli a un giovane appassionato dei problemi di Roma, avverto sempre il suo stupore, mentre mi rivolge la domanda, ma era davvero così bravo? E come è stato possibile, mi chiede, che in soli due anni facesse tante cose importanti?

Noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, di lavorare con lui, di aver imparato da lui, proprio noi che pensiamo di sapere tutto di lui dovremmo essere capaci di ricordarlo e di studiarlo con la curiosità del mio giovane interlocutore.

D’altronde è stato così anche durante la sua vita, da durugente di partito e da sindaco. All’inizio del mandato c’era una diffusa incredulità sulle possibilità di successo di quello che era stato fino a quel momento solo uomo di partito. Ma ben presto amici e avversari si accorsero di aver sbagliato la previsione. 

Siamo in grado di stupirci ancora di Petroselli quaranta anni dopo? Non gli renderemmo onore facendone un santino. Se vogliamo ravvivarne la memoria va compreso nella temperie del suo tempo, nei turbamenti del suo animo, nelle tremende sfide politiche che ha affrontato.

lunedì 13 settembre 2021

La riforma istituzionale per Roma

Sono stato consultato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati sulla riforma istituzionale della Capitale. Di seguito potete leggere il testo dell'audizione che si è svolta il 13 maggio del 2021.


Onorevoli deputati,

è una buona notizia l’avvio della discussione parlamentare sulle istituzioni di Roma Capitale. Affinché sia proficuo il confronto tra le parti politiche è necessario, a mio avviso, il rischiaramento del discorso pubblico sulla riforma della capitale.

Nel corso di un trentennio si sono affastellate argomentazioni eterogenee, alcune fondate e altre meno. Spesso sono state avanzate soluzioni senza chiarire i problemi. Si sono contrapposte questioni di breve periodo e di lunga durata. E non si è mai trovata una sintesi tra la funzione nazionale e la forma territoriale1.

Se si eliminano i problemi inesistenti e i radicati fraintendimenti il confronto politico diventerà più trasparente per l’opinione pubblica e nel contempo si potrà concentrare intorno alle opzioni realmente differenti, al fine di trovare le necessarie mediazioni.

In tal senso propongo alcune riduzioni di complessità del dibattito.

La riforma istituzionale deve occuparsi del futuro della capitale, non della gestione ordinaria, alla quale devono adempiere le amministrazioni locali con i poteri e finanziamenti disponibili, come accade per le altre città italiane.

La soluzione migliore consiste nell’istituzione per via costituzionale della Regione Capitale, ma deve essere inserita in una riforma complessiva del sistema regionale italiano.

Nel frattempo si possono attuare e migliorare le leggi vigenti per connettere la funzione della capitale alla riforma dell’assetto metropolitano di Roma.

mercoledì 1 settembre 2021

Ricordando Nicolini a villa Ada

Ho partecipato al dibattito in ricordo di Nicolini il 25 luglio a villa Ada:  La Bella Estate di Roma. Le politiche culturali prima e dopo l'estate romana di Renato Nicolini. quali visioni possibili?

Di seguito potete leggere il testo del mio intervento, che poi è stato pubblicato come introduzione al bel libro curato da Marco Testoni, Renato Nicolini. La gioiosa anomalia, Edizioni Efesto.


Quando mi capita di ricordare Renato Nicolini sono combattuto tra due sentimenti divergenti, di dolore e di speranza.

Di dolore perché mi manca il colloquio con lui; ho il rimpianto di non aver passato più tempo insieme negli ultimi anni. Ma il dolore più intenso è in un certo senso collettivo e lo esprimo a nome della nostra generazione, anche se non sono autorizzato, e forse molti miei coetanei non sono neppure d’accordo. Per la nostra generazione intendo i dirigenti del Pci del tempo. Noi non lo abbiamo compreso e non lo abbiamo sostenuto come avremmo dovuto. E lui ne ha sempre sofferto, pur senza darlo a vedere. Non a caso il suo ultimo articolo, scritto un mese prima della morte, è una dura critica rivolta alla sua, alla nostra, generazione.

L’altro sentimento, la speranza, mi prende quando incontro giovani che comprendono Nicolini meglio di noi, pur non avendolo conosciuto di persona, e soprattutto attualizzano la sua opera, anche inconsapevolmente, e la rendono generativa di altre opere.

martedì 20 luglio 2021

Roma, città eccedente

Ho avuto un bel confronto sul libro Roma come se con la redazione di DINAMOpress. Il dialogo è stato pubblicato sulla rivista il 14 giugno 2021 e potete leggerlo di seguito. Le domande sono in corsivo.


1. Negli anni Cinquanta, la sinistra romana (nonostante il dissenso più o meno esplicito delle segreterie nazionali) declina creativamente i riferimenti teorici marxisti, adattandoli alla situazione concreta di una città in mano alla rendita fondiaria, individuando nel soggetto proletario delle borgate l'equivalente dell'operaio industriale nelle città del nord. Un investimento politico, sociale e culturale (spesso di vera e propria costruzione mitopoietica) che definisce la scena e gli attori dello scontro di classe fino alla soglia degli anni Ottanta, quando le trasformazioni urbane, economiche e demografiche cambiano definitivamente il campo di gioco. Quelle stesse trasformazioni che oggi sembrano confermare l'egemonia della rendita (non solo immobiliare ma anche finanziaria) come un blocco di potere al centro del governo della città.

Oggi le vecchie rendite (Stato, speculazione edilizia, patrimonio simbolico) si sono esaurite e purtroppo anche la capacità contestativa della sinistra si è ridotta. Quali sono, oggi, i soggetti (possibili) della trasformazione nella città-regione post coloniale e se (e come) definiscono un nuovo statuto della partecipazione politica?

Avete ragione, il movimento popolare delle borgate era ispirato da riferimenti marxisti applicati creativamente alla questione urbana. Però si potrebbe utilizzare anche la chiave interpretativa a voi cara della “potentia” spinoziana, come groviglio di bisogni e aspettative che resiste al potere e genera nuove passioni. Ho avuto il privilegio di conoscere quella stagione di lotte, seppure nella fase declinante degli anni settanta, e conservo un ricordo vivissimo di quella energia politica che si innalzava sopra la miseria delle borgate, di quella emancipazione che immaginava il futuro pur nell’indigenza quotidiana, di quei diritti conquistati camminando nel fango e nella polvere. Era un movimento che spostava le montagne: a Roma non c’è mai stata, né prima né dopo, una simile potenza di trasformazione.

mercoledì 14 aprile 2021

Non mancano i soldi per migliorare la capitale

Che Roma non si possa governare per mancanza di soldi è un piagnisteo molto diffuso nel discorso pubblico. Ad alimentarlo contribuiscono proprio i politici più inadempienti, che cercano così di nascondere le proprie responsabilità. D'altro canto i media non svolgono inchieste documentate e si occupano solo degli sproloqui politici o delle voci sulle candidature.

Emblematiche sono le occasioni mancate negli investimenti per i trasporti

mercoledì 17 marzo 2021

In ricordo di Rossella Panarese

È venuta a mancare Rossella Panarese autrice e voce di Radio3 Scienza. Nei giorni scorsi ci siamo ritrovati molti amici per ricordarla. Di seguito potete leggere la mia breve testimonianza.


Conservo un caro ricordo dell’ultimo saluto con Rossella. Desidero condividerlo con voi come una piccola testimonianza del suo inconfondibile stile, della tenerezza dissimulata dal riserbo, della sobria eleganza dei sentimenti che affiorava nel suo sorriso e nella sua parola.

Mi chiese di ricordare a Radio3 l’opera di Pietro Greco, il carissimo amico che avevamo appena pianto insieme. Rimasi stupito però che la richiesta non venisse direttamente da lei ma dai suoi collaboratori e che anzi non mi avesse neppure risposto quando la chiamai per saperne di più. Mi stupiva poiché per sette anni avevamo lavorato insieme in Campidoglio. Curava la comunicazione della nostra politica dei trasporti con professionalità e autorevolezza. Ci confrontavamo ogni giorno e mi rassicurava la sua serenità nell’affrontare anche le emergenze più difficili. È stata un’esperienza appassionante, non solo per me, per il gruppo di belle persone che lavoravano al terzo piano del palazzo senatorio e credo anche per lei. Ma quando arrivò l’agognata chiamata della Rai la felicità illuminò il suo volto, capii che era quella la sua vera vocazione e quasi mi dispiacque di averla trattenuta tanto tempo a parlare di treni. Rimase sempre tanto affetto tra noi ma non ci frequentammo nei venti anni successivi.

Perciò ero emozionato di partecipare alla sua trasmissione. Solo più tardi ho capito che mi aveva cercato senza farmi sentire la sua voce per non rivelarmi la malattia. Ci scambiammo solo dei messaggi dopo la trasmissione. Nell’ultimo mi diceva che le aveva fatto piacere ascoltare la mia voce, ma forse voleva solo farsi perdonare per avermi negato la sua voce. Era un delicato silenzio per dirmi addio.

Eppure tutti noi ascolteremo ancora la sua voce, non solo perché la radio ci consentirà di non dimenticarla. Rossella continuerà a parlare nei nostri cuori.

venerdì 5 marzo 2021

Il PD di Milano celebra il centenario del PCI

Il partito democratico milanese mi ha chiesto di introdurre il dibattito dedicato al centenario del Pci.  L'iniziativa, svoltasi il 26 febbraio con il titolo "La sinistra tra rappresentanza e valori", è stata organizzata da Alessandro Capelli e ha visto la partecipazione di Valentina Cuppi, Elena Lattuada, Pierfrancesco Majorino e Mattia Santori. Di seguito si può leggere il testo del mio intervento.


Negli ultimi tempi mi ha preso la passione di coltivare i frutti antichi, i giuggioli, i cornioli, i sorbi, gli azzeruoli, e poi le mele e le pere scomparse, con quei sapori e quei profumi che, mi dispiace dirvelo, non trovate al supermercato. In queste settimane sono alle prese con gli innesti e le potature, mi prendo cura degli alberi per prepararli alla rigenerazione della primavera. Mi domando se porteranno frutti, e so che dipenderà da due fenomeni: se sarà generosa la linfa che sorge dal terreno e se sarà ricco il movimento dell’impollinazione animato dalle api e dal vento.

I miei alberi antichi assomigliano ai vecchi partiti di sinistra, i quali portavano frutti al Paese poiché si alimentavano della linfa che saliva dal radicamento sociale e assorbivano il polline che veniva dai movimenti culturali.

Qui è avvenuta la grande mutazione: ai partiti di oggi manca sia la linfa sociale sia l'impollinazione culturale.

martedì 23 febbraio 2021

Politica e Scienza in ricordo di Pietro Greco

Radio3 Scienza mi ha chiesto di ricordare Pietro Greco nell'ambito di un ciclo di cinque lezioni dedicate alla sua memoria. 

Di seguito potete leggere il testo del mio intervento oppure ascoltare il podcast.


Buongiorno, sono Walter Tocci. Questa è una delle cinque Lezioni per Pietro che Radio3Scienza ha voluto dedicare al collega e giornalista Pietro Greco, una delle voci di questo programma, prematuramente venuta a mancare il 18 dicembre 2020. Ogni lezione ruota attorno ad un tema tra quelli che a Pietro stavano più a cuore, come quello di oggi, dedicato al rapporto tra politica e scienza.

Ho conosciuto Pietro Greco dagli scranni del Parlamento. Mi occupavo di politica dell’università e della ricerca e ho avuto il privilegio di poter contare sul suo contributo. Mi offriva proposte concrete, che subito facevo mie e riportavo nel dibattito parlamentare. Di solito venivano respinte, ma non ci perdevamo d’animo, né io né lui, e riprendevamo l’iniziativa insieme al movimento di ricercatori che in quei primi anni duemila si batteva contro gli scriteriati tagli ai fondi per la ricerca e la mortificazione di quella ricerca curiosity driven, di cui Pietro ha sottolineato sempre l’importanza. E discutevamo dei suoi scritti sul passato e sul futuro della scienza; nessuno di quei colloqui mi è rimasto indifferente, ogni volta ho imparato qualcosa di nuovo.

venerdì 22 gennaio 2021

Inizia il cammino dell'Associazione RomaRicercaRoma

Inizia il cammno della nostra Associazione RomaRicercaRoma. Si è svolta venerdi 29 gennaio 2021 la presentazione del programma di attività.

Qui trovate il video del convegno scandito per singoli interventi.

A organizzare l'Associazione siamo studiosi della città e attivisti urbani con l'obiettivo di promuovere le analisi e i progetti per la Roma del nuovo secolo. Cerchiamo prima di tutto di far emergere un'energia culturale e sociale che ancora non è riconosciuta nel discorso pubblico, purtroppo fin troppo dominato da logori stereotipi. 
C'è un fiorire di studi per lo più elaborati da giovani ricercatori che coniugano il rigore disciplinare alla passione civile (qui trovate una rassegna di centinaia di libri pubblicati negli ultimi anni, ma poi ci sono migliaia di articoli su riviste specializzate). Inoltre, le esperienze di cittadinanza attiva non si limitano più come una volta a esprimere una domanda di partecipazione ma sono impegnate direttamente a produrre preziose sperimentazioni di cultura urbana e di mutualismo sociale, come ha evidenziato per esempio Carlo Cellamare in Città fai da te
Questa alleanza tra studi urbani e mobilitazione civica oggi surroga in parte la sparizione delle rappresentanze politiche, soprattutto in periferia, e alimenta i più interessanti processi di cambiamento, come ho sottolineato nel mio Roma come se (pp. 7-8 e 204-5). Il nostro intento consiste nel rafforzare l'alleanza tra cultura e società romana, al fine di arricchire il discorso pubblico, come è accaduto per esempio con le Mappe della disuguaglianza, e di orientarlo verso le nuove ambizioni della capitale. 
A tale scopo abbiamo avviato una ricerca che approderà alla scrittura di un Manifesto per Roma come risultato di una elaborazione collettiva tra gli studiosi e di una vasta consultazione tra gli attori sociali e politici. Saranno trattate le principali  questioni aperte nel presente e nel futuro della città: Abitare, Economia, Spazio pubblico; Roma plurale; Welfare e sanità, Conoscenza, Patrimonio, Energie e reti, Campagna romana, Governo. Su questi argomenti abbiamo scritto dieci saggi che saranno pubblicati a puntate sul sito e verranno sottoposti al dibattito pubblico in appositi seminari, con il seguente calendario:

giovedì 25 febbraio: Abitare di qualità a Roma. Per un rilancio dell'azione pubblica
mercoledì 10 marzo - Energie e Reti a servizio della città, tra giustizia sociale e ambientale
mercoledì 24 marzo - La campagna romana e le sue relazioni vitali con la metropoli
mercoledì 7 aprile - Il diritto alla città. Percorsi per uscire dalla crisi del valore
mercoledì 21 aprile - Welfare, sanità e politiche sociali 
A breve verranno fissati gli altri cinque incontri dei mesi di maggio e giugno.


Chi vuole contattarci o iscriversi alla newsletter per rimanere informato sulle nostre iniziative trova tutti gli strumenti nella home page dei sito.

Chi vuole partecipare attivamente può iscriversi all'Associazione; le modalità e i riferimenti bancari si trovano in questa pagina

giovedì 21 gennaio 2021

Una sintesi di Roma come se

Tutte le recensioni di Roma come se si possono leggere sul sito di Donzelli.
Di seguito potete leggere la recensione di Salvatore Monni (autore insieme a Lelo e Tomassi delle Mappe della disuguaglianza), pubblicata sulla rivista Pandora. Il suo testo offre ai lettori una bellissima sintesi del libro, come neppure io sarei riuscito a scriverla. 

Presidente della quinta circoscrizione (l’attuale IV Municipio, quello della zona industriale della Tiburtina, delle case popolari di San Basilio e del 5% di laureati di Tor Cervara), Consigliere comunale, Assessore, Vicesindaco, Deputato, Senatore, insomma tutto quello che non ti aspetteresti da uno che ti propone l’abolizione del Comune di Roma. Eppure, c’è anche questo in Roma come se. Alla ricerca del futuro per la capitale appena pubblicato da Walter Tocci con Donzelli Editore. 276 pagine ben scritte, che scivolano via che è un piacere e che mi sento di consigliare a chiunque abbia a cuore la città, sia esso amministratore, studioso della città o semplice cittadino. È un saggio vero quello di Walter Tocci, un libro di una ricchezza straordinaria che si batte contro la dittatura del presente e contro la nostra concentrazione troppo spesso su temi certamente importanti come i rifiuti o i trasporti, ma senza la capacità di collocare questi problemi in un’analisi più ampia sulla città e la sua trasformazione nel tempo. Il focus di Tocci prima sul passato e poi sul futuro non è un disinteresse per il presente, che è comunque spesso al centro delle sue riflessioni, quanto piuttosto il tentativo di comprenderne a fondo la complessità.

sabato 16 gennaio 2021

Il partito immaginario della città multiculturale

Su Strisciarossa del 1 gennaio 2021 è stato pubblicato, per gentile concessione dell'editore Donzelli, un brano del libro Roma come se, tratto dal capitolo dedicato alla Città Mondo. 
Si può leggere di seguito.


A Roma c’è un fermento di iniziative di accoglienza e solidarietà con i migranti, non solo nelle scuole. Agiscono grandi e piccole associazioni, enti, fondazioni, alcune ben strutturate, altre più improvvisate, di ispirazione religiosa e di volontariato sociale, autogestite oppure sostenute dalle amministrazioni, radicate nei quartieri oppure di livello cittadino e internazionale.

Possiamo stimare l’impegno di almeno centomila romani nel volontariato. E la cifra potrebbe salire a mezzo milione considerando anche le persone bendisposte verso i migranti nelle ordinarie relazioni di lavoro, di studio, di vicinato; ma si potrebbe stimare la cifra di almeno un milione di romani se includessimo l’opinione pubblica favorevole.

Sono rispettivamente gli attivisti, i sostenitori e gli elettori di un potenziale partito immaginario dell’interculturalità. So bene che non hanno alcuna intenzione di diventare un partito, e poi la politica di oggi non è fatta di questa pasta. Ma proprio l’inattualità dell’espressione esprime una potenzialità: se tutte le persone impegnate nelle migrazioni avessero davvero una voce unitaria, un progetto e un’organizzazione costituirebbero una forza irresistibile, di gran lunga più convincente dei partiti attuali, e capace di travolgere la xenofobia(…)

domenica 3 gennaio 2021

Il Politecnico di Roma

Da molto tempo sono convinto che Roma abbia bisogno di un Politecnico, di un centro propulsivo di crescita e condivisione della conoscenza. Non un nuovo ateneo, ma un connettore tra il sistema città e le attuali strutture di ricerca e di alta formazione. Ne ho parlato nell'ultimo capitolo del libro Roma come se (pp.  251-3) e poi con l'amico Marco Simoni abbiamo rilanciato la proposta in un articolo sul Messaggero del 9 dicembre 2020, che si può leggere di seguito.


Dopo l’Istituto Italiano di Tecnologia a Genova e, quindici anni dopo, lo Human Technopole a Milano nell’area dell’Expo2015, il governo intende creare altri poli di aggregazione scientifica nel nostro paese. Il Presidente Conte ha annunciato recentemente un nuovo polo internazionale per l’Agri-Tech a Napoli, oltre alle iniziative già recentemente lanciate del centro di super computer a Bologna e quello per l’intelligenza artificiale a Torino. Come è evidente c’è una grande assente da questo piano tanto importante quanto condivisibile: Roma. 

Attenzione: non si tratta di sollevare una polemica o di una rivendicazione territoriale, ma di un bisogno economico e di sviluppo del Paese che non può più permettersi una Capitale che indietreggia. Roma non è solo un centro amministrativo, è una Capitale scientifica e tecnologica, ancora alimentata da un grande Novecento: la fisica di Fermi e Amaldi, la scuola di matematica di Volterra ed Enriques, l’informatica di Ruberti, i satelliti di Broglio, l’Istituto di Sanità di Marotta, il Cnen di Ippolito, i radar della Selenia. Roma esercita un’influenza economica diretta su un terzo del Paese, e una indiretta proiezione globale fondamentale per tutta l’Italia. 

Noi pensiamo dunque che sia il momento di investire in un nuovo Politecnico di Roma, anche con le risorse del programma Next Generation EU. Non deve essere un altro ateneo che si sovrappone a quelli esistenti, ma un centro propulsivo di crescita e diffusione della conoscenza, in grado di connettere le migliori risorse delle università e dei centri di ricerca, di coinvolgere le imprese romane nelle sfide tecnologiche e di mobilitare i luoghi urbani della creatività. Deve essere una struttura pubblica di alta competenza scientifica, indipendente da condizionamenti burocratici e baronali o di piccolo cabotaggio politico, capace di connettere Roma al resto del mondo, alle sue tendenze più dinamiche, avendo l’ambizione di modificarle e orientarle.