lunedì 21 dicembre 2020

Il discorso pubblico su Roma

Il Centro per la Riforma dello Stato (CRS) ha pubblicato, per gentile concessione dell'editore Donzelli, un brano del libro Roma come se. Si tratta della parte finale dell'Introduzione (pp. 20-2 e 26-8) dedicata al discorso pubblico sulla capitale. Riprendo il testo in questo blog.


L’esaurimento delle tre rendite (statale, immobiliare e simbolica n.d.r.) è il filo conduttore di questo libro e avremo modo di tornarci in seguito. Qui, intanto, vale la pena tratteggiarne la periodizzazione in una breve storia a ritroso distinta in quattro fasi: negli ultimi 10 anni si sono aggravati tutti i fattori di malessere; bisogna capire perché la rinascita iniziata circa 25 anni fa non ha avuto seguito; per molti aspetti le cause discendono dallo sviluppo degli ultimi 50 anni; ma la ricerca delle radici più profonde mette in discussione l’intero ciclo dei 150 anni della capitale.

Della crisi esplosa negli ultimi 10 anni la pubblicistica ha raccontato gli aspetti contingenti, ma vale la pena riassumerne i principali fenomeni strutturali.

venerdì 18 dicembre 2020

L'alleanza dell'umiltà

In occasione della presentazione del libro Roma come se ho ripreso l'idea di una Lista Civica, che avevo proposto già lo scorso anno. Purtroppo stavolta è stata fraintesa da alcuni e quindi sento il bisogno di chiarirla, rielaborando il brano dedicato all'argomento durante il mio discorso (che si può ascoltare nella versione originale, a un'ora e 39 minuti).


Il libro non parla dell'attualità politica, ma implicitamente è un'esortazione a darsi una mossa per la ormai vicina campagna elettorale. 

Sono sconcertato dal ritardo dei nostri partiti, di tutti, quelli radicali, riformisti e centristi. La mobilitazione elettorale doveva essere già partita da tempo. La coalizione avrebbe dovuto già decidere il candidato Sindaco e almeno cento membri della sua squadra, e dovrebbero essere già operativi. Ci vorrebbe già un programma non meramente cartaceo, ma una serie di impegni da discutere e condividere con le forze sociali e culturali. Dovrebbe essere già pronta un'organizzazione della campagna nel territorio e una convincente strategia comunicativa. 

Nella campagna elettorale del '93 partimmo con due anni di anticipo. Rutelli organizzò una squadra plurale con esponenti dei vecchi partiti e molte persone nuove agli incarichi pubblici, ma ricche di competenze e di rappresentanze sociali. Riuscimmo a realizzare opere per la città fin dai primi mesi del nostro mandato perché la squadra era già affiatata nel lavoro comune della lunga campagna elettorale. Alcuni progetti erano definiti fin nei dettagi tecnici, per esempio l'attivazione della linea ferroviaria Monterotondo-Fiumicino che fu l'incipit della cura del ferro. Andammo in giro nelle città europee per copiare le migliori innovazioni, per esempio da Barcellona imparammo che le centopiazze potevano suscitare un nuovo riconoscimento dei luoghi e restituire la fiducia nel cambiamento, in una Roma a quel tempo ferita e depressa non meno di oggi.

Niente di tutto ciò si vede all'orizzonte. La coalizione del centrosinistra è chiusa a discutere in un tavolo senza alcuna attività esterna. Le poche iniziative sono prese dai candidati singoli e da associazioni, in tante meritorie ed "eccellenti solitudini", come dice Sabrina Alfonsi. 

La principale responsabilità del vuoto politico è da addebitare ai partiti più grandi. Sarebbe un bel gesto se M5S e PD riconoscessero la loro impreparazione. I grillini dal governo hanno deluso le aspettative dei loro elettori. I democratici dall'opposizione non hanno creato un'alternativa politica e progettuale. Al governo stanno lavorando insieme mentre a Roma sono lacerati da un aspro conflitto tra maggioranza e opposizione, pienamente giustificato a mio avviso dal fallimento della giunta Raggi. Però il rapporto tra loro si può volgere in avanti stipulando una sorta di alleanza dell'umiltà: dovrebbero decidere insieme di non presentare i propri simboli nella competizione elettorale, chiedendo di fare altrettanto agli altri partiti della coalizione. Questo passo indietro lascerebbe il campo libero per la costituzione di una grande e unitaria Lista Civica unitaria per la rinascita di Roma. 

venerdì 11 dicembre 2020

In Senato la presentazione del libro Roma come se

La presentazione del libro Roma come se si è svolta in Senato giovedì 17 dicembre. Dopo i saluti della vicepresidente Anna Rossomando hanno discusso con me Marco Damilano, Ida Dominijanni e il ministro Giuseppe Provenzano. 

Qui si può vedere il video della presentazione

  • Anna Rossomando da 00:00:20; Marco Damilano da 00:12:05; Ida Dominijanni da 00:27:29; Giuseppe Provenzano da 00:48:58; Walter Tocci da 01:20:50.

Di seguito il testo del mio intervento conclusivo:


Il libro nasce da una ribellione. Contro il discorso pubblico che ha dominato negli anni passati: a Roma non succede niente, è sempre la stessa, apatica, inconcludente, assistita, sregolata, ecc..

Nella ribellione c'è sempre un'esagerazione; forse ho insistito troppo al contrario nella lettura positiva. Lascio al lettore la ricerca dell'equilibrio. E ciò mi consente di continuare la ribellione.

Contro lo stereotipo cerco di valorizzare le energie vitali della società romana. Non emergono a prima vista, occorre scavare come si fa con i reperti antichi, in una sorta di archeologia del contemporaneo.

Contro la banalizzazione cerco si richiamare la complessità della questione Roma, per la eterogeneità dei suoi elementi fisici, storici, sociali e immaginari. Non a caso Freud la utilizzò come metafora della complessità della psiche umana.

Contro lo sconforto alimentato dal collasso amministrativo e politico e dalla più grave crisi economica e sociale invoco il verso pasoliniano nella sua interpretazione ottimistica: non si piange, è tempo per i singoli e per la collettività di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di buono per la nostra città.

martedì 8 dicembre 2020

Sul significato del "come se"

Alcuni amici mi hanno chiesto di chiarire il significato del titolo, forse un po' ermetico, del libro. Chi avrà l'occasione di leggerlo troverà la spiegazione in tutto il testo, in particolare nell'Introcuzione e nella premessa della seconda parte. Comunque, pubblico quest'ultima nel blog per gentile concessione dell'editore; è il brano (pp. 117-9) che apre l'esposizione delle proposte. Buona lettura.


Proviamo a immaginare come sarà Roma a metà del secolo. 

Può sembrare troppo lontana la meta di paragone con l’oggi. Ma per la città eterna alcuni decenni sono ben poca cosa. D’altronde i suoi difetti più gravi vengono da lontano e non ci si può illudere di superarli in un breve lasso di tempo. 

Può sembrare un inutile volo pindarico che elude le soluzioni semplici e immediate. Tuttavia, proprio l’esperienza recente dovrebbe aver chiarito che non si realizzano né le grandi né le piccole cose senza una visione di lungo periodo. Che non vuol dire rinviare le soluzioni a un domani imprecisato, ma significa definire una meta per poter iniziare il cammino. I buoni progetti per il futuro, anche quando non sono fattibili, forniscono un quadro di coerenza per le scelte di oggi. 

Può sembrare un menare il can per l’aia invece di applicare le soluzioni già previste da tanto tempo. Quando però si attraversano passaggi storici, come l’esaurimento della città coloniale, sono proprio le politiche del passato che impediscono di uscire dalla crisi. 

Può sembrare un intento volontaristico che non corrisponde ai processi reali, ma con la crisi mondiale del Covid irrompe l’esigenza di cambiare il modo di vivere in comune, come accade solo dopo le guerre e le dittature. 

Può sembrare vano l’esercizio progettuale se si ritiene che in realtà contino solo le persone chiamate a governare. Però sono sotto gli occhi di tutti i ripetuti fallimenti dell’ideologia della personalizzazione. Prima che i leader realizzino i progetti, sono le idee condivise socialmente a creare nuove leadership. Solo quando crescono le ambizioni collettive si afferma una nuova classe dirigente. 

Allora immaginiamo come se a Roma si fosse già affermata una classe dirigente capace e autorevole e discutiamo delle politiche per la rinascita della città1. Le pagine seguenti sono un esercizio di immaginazione del come se annunciato nel titolo del libro. Dovremmo, quindi, prendere confidenza con la molteplicità dei significati di questa espressione. Ce ne vengono esempi dai più diversi contesti storici e culturali. 

giovedì 3 dicembre 2020

Ecco il mio nuovo libro su Roma

Cari lettori, come avrete visto mi sono assentato dal blog per quasi un anno. Ero impegnato a tempo pieno nella scrittura del libro che oggi esce in libreria:


ROMA COME SE

Alla ricerca del futuro per la capitale

Donzelli editore





Ho cercato di analizzare le cause storiche della crisi di Roma e di immaginare le possibili soluzioni. Di conseguenza il libro si occupa per lo più del passato e del futuro, e vorrebbe liberarsi dalla dittatura del presente che domina l’attuale rappresentazione della capitale. La ricerca si sviluppa intorno ai nodi fondamentali della questione romana, sia in chiave interpretativa sia nella dimensione propositiva. 

Il testo si può leggere anche per parti distinte, e ciascuno può scegliere i capitoli che meglio rispondono ai suoi interessi. L'introduzione analizza i fraintendimenti del discorso pubblico e propone una lettura sincera del ciclo dei 150 anni della capitale. Nella prima parte si approfondisce l’inquieto rapporto della città eterna con la modernità, con particolare riferimento alle avanguardie culturali, alle narrazioni popolari e alle mutazioni della lingua. La seconda parte, invece, è tutta dedicata alle nuove ambizioni per il secolo che viene, e contiene dettagliate proposte sulla Città Mondo, la Città Regione, la valorizzazione dell'intelligenza sociale e le nuove forme di governo. 

Per chi volesse saperne di più aggiungo di seguito una breve presentazione e il sommario del libro

giovedì 27 febbraio 2020

Il fenomeno urbano e la complessità

Il fenomeno urbano e la complessità è un'opera monumentale sulle dimensioni urbanistiche, sociologiche, filosofiche e politiche della teoria della città. Insieme con gli autori Sergio Bertuglia e Franco Vaio ne abbiamo discusso, nella sede del Censis a novembre del 2019, Vezio De Lucia, Giuseppe De Rita, Luciano D'Ubaldo, Paolo Savona e il sottoscritto.
Si può leggere il testo del mio intervento pubblicato dalla rivista Città Bene Comune. 

venerdì 21 febbraio 2020

Sul libro di Francesco Pecoraro Lo Stradone

Il CRS ha organizzato la presentazione del libro di Francesco Pecoraro Lo Stradone. Si tratta di una grande opera letteraria e offre un'immagine tanto dissonante quanto profonda di Roma. Ne abbiamo discusso con diverse interpretazioni Elena Granaglia, Adriano Labbucci, Mario Tronti e il sottoscritto nella sede della Fondazione Basso lunedì scorso. 
Qui potete ascoltare l'audio della presentazione, secondo il seguente ordine degli interventi:

  • Walter Tocci da 00:00:00
  • Elena Granaglia da 00:23:27
  • Adriano Labbucci da 00:43:18
  • Walter Tocci da 01:01:29
  • Mario Tronti da 01:02:14
  • Walter Tocci da 01:30:41
  • Francesco Pecoraro da 01:31:28
Nel sito del CRS si trova il programma della presentazione e il testo dell'intervento di Adriano Labbucci




lunedì 6 gennaio 2020

Carità o diritti?


Sul tema i volontari della Caritas di Roma mi hanno chiesto di tenere una lectio magistralis in occasione della Giornata Mondiale della Lotta alla Povertà. Ne è venuta fuori una riflessione sulla relazione, in atto o in teoria, tra la politica e il volontariato. Il convegno si è svolto nei giorni 14-15 ottobre 2019 nell'Ostello di via Marsala dedicato alla memoria di don Luigi Di Liegro. Di seguito il testo del mio intervento.
Qui è disponibile il video del mio intervento
Di seguito il testo scritto.

Un titolo lancinante apre la nostra sessione del convegno: Carità o diritti? Le parole vengono da antiche tradizioni culturali, ma in questo luogo di accoglienza e di fraternità indicano due esperienze di vita: la carità come un dono all'altro che è anche un dono a se stesso; i diritti come doni universali che regolano le relazioni tra le persone.
Fin qui il nostro titolo appare in tutta la sua positività. Ma interviene la parola più piccola a infrangere l'armonia, separando con la disgiunzione "o" ciò che dovrebbe andare insieme. C'è però un punto interrogativo a lenire la preoccupazione, annunciando che la questione è ancora aperta alla discussione e nulla è detto di definitivo. È appunto la discussione che la mia introduzione vorrebbe sollecitare.
È davvero scontato che ci sia un aut-aut oppure esiste uno spazio comune di relazione e anzi di interdipendenza? E quale sarebbe questo spazio comune?