Pubblico di seguito il discorso che ho pronunciato davanti al Consiglio comunale e alla cittadinanza di Ferentillo in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Mario Tronti, il 3 settembre 2018.
A noi amici, però, sembra dissonante l'appellativo "cittadino onorario". Perché Mario non ha mai cercato onori, non ha mai celebrato se stesso, non si è mai messo in prima fila, ma è una persona schiva, austera, mite. Approfondiamo, dunque, il significato di queste due parole: "cittadino" e "onorario". Scovare i significati reconditi delle parole è uno dei suoi insegnamenti peculiari.
Che significa "onorario" per Tronti? Cerchiamone il senso nella Costituzione della Repubblica, dove la parola in forma di sostantivo appare una sola volta, nell'articolo 54: "i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore". È un articolo quasi dimenticato, ma dice tutto sui politici attuali, così diversi tra coloro che di quella parola fanno la propria linea di condotta - gran parte dei sindaci, come il vostro Paolo Silveri, che rispondono sempre ai cittadini - e altri politici che, invece, offendono tutti i giorni la funzione pubblica.
Nell'accezione costituzionale l'onore indica la responsabilità di fronte al popolo. Con l'appellativo di "onorario", quindi, si riconosce Tronti come una persona che ha servito con dignità le istituzioni della Repubblica.