martedì 28 marzo 2017

Inaccettabile un diritto minore per i migranti


Ho deciso, insieme al collega senatore del PD Luigi Manconi, di non votare la fiducia sul decreto legge Minniti in materia di protezione internazionale e contrasto all'immigrazione illegale.

Molte le ragioni di questa scelta ma una ha un peso particolare. Il decreto in questione, infatti, configura per gli stranieri una "giustizia minore", se non una sorta di "diritto etnico", connotati da significative deroghe alle garanzie processuali comuni, non giustificabili in alcun modo con le esigenze di semplificazione delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale.

Da un lato, infatti, per queste controversie si abolisce l’appello, ammesso persino per le liti condominiali o per le opposizioni a sanzioni amministrative. Per altro verso, nell’unico grado di merito ammesso, il contraddittorio è talmente affievolito da escludere, salvo casi eccezionali, la partecipazione dell’interessato al giudizio. Giudizio che verrà celebrato, così, in camera di consiglio in sua assenza.
Ne consegue che un principio determinante per il nostro sistema di garanzie, tuttora vigente nell'intero ordinamento, viene negato ai soggetti più vulnerabili e a proposito di un diritto fondamentale della persona.



Anche sul secondo decreto, relativo alla sicurezza urbana, con il collega Luigi Manconi abbiamo confermato la decisione di non votare la fiducia; qui le motivazioni.



P.S.

Alcune persone hanno sottolineato una presunta contraddizione tra questa dichiarazione di non voto e il sostegno alla mozione congressuale di Orlando. Ho spiegato meglio la questione in questo post sulla mia pagina Facebook.

2 commenti:

  1. Sinceri complimenti. Difficile e coraggioso staccarsi dalla maggioranza, ma lecito quando a difesa di diritti delle persone vulnerabili.

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