mercoledì 5 novembre 2014

Tecnica e decisione, per la rivista Parolechiave

Ho partecipato con grande piacere al nuovo numero della rivista Parolechiave. Il volume è acquistabile a questo link, mentre il mio saggio, dal titolo "Tecnica e decisione", lo trovate in formato pdf qui.

Ecco l'abstract:
Da ogni parte si leva sempre più ossessiva la richiesta della Decisione. Dalle chiacchiere da bar ai luccicanti talk-show, dalle assemblee elettive ai think-tank, dai summit delle diplomazie ai forum dei poteri economici. Più se ne invoca la presenza più se ne constata l’assenza. Eppure, il trionfo della tecnica mette a disposizione conoscenze e strumenti mai visti prima che dovrebbero creare le migliori condizioni per prendere decisioni.

Il trentennio liberista è cominciato proprio in polemica con la presunta irresolutezza delle istituzioni del trentennio Glorioso. Fin dalla Trilaterale la causa venne attribuita al sovraccarico di domande che bloccava le democrazie occidentali e si è proceduto a restringere la rappresentanza sociale per delegare alle oligarchie burocratiche ed economiche le soluzioni dei problemi. Tuttavia, all'esaurimento del ciclo si è rivelata clamorosamente l'incertezza delle classi dirigenti nel governare la grande Crisi. Gli americani sono stati col fiato sospeso per il rischio di bancarotta del Fiscal Cliff. Gli europei hanno messo in pericolo l'euro per non aver saputo risolvere il problema davvero modesto del debito greco.

Non è bastato alleggerire il “sovraccarico della democrazia” per risolvere il problema del governo di società complesse. Perciò la Decisione viene invocata di nuovo con la stessa intensità degli anni settanta, quando maturò la crisi del modello keynesiano. Ma la delusione è oggi più grande proprio perché la promessa era nel cuore del liberismo.

Lo smacco alimenta il rancore ma non toglie lo scettro a quelli che hanno preso il potere. Annunciano riforme e le chiamano “strutturali” per accentuare la profondità del mutamento, ma in realtà esse servono ad omologare i sistemi politici sempre più simili a piloti automatici che seguono un manuale di governo standardizzato a livello sovranazionale. Dal punto di vista dei cittadini tutto ciò esaspera la contraddizione tra le parole e i fatti e aumenta la domanda di un vero cambiamento che non potendo essere soddisfatto dagli automatismi viene evocato dall’annuncio di nuove riforme. L’opinione pubblica è come una carovana nel deserto che cerca la frescura di vere decisioni, ma rimane vittima di miraggi che una volta svelati aggravano la delusione. Tutto sembra deciso nella penuria della Decisione.


1 commento:

  1. Sempre illuminante leggerti, Walter. Trovo che sia proprio così come tu dici. Anche dal mio piccolo osservatorio (amministrazioni centrali e locali) noto una diffusa e pervicace incapacità di comprendere la complessità, di trovare risposte sistematiche e robuste ai problemi che si presentano sempre tra loro intrecciati così come gli interessi sociali (le grandi contrapposizioni, tipo "K e L" o "noi e gli stranieri" non le vedo più o ancora). Ancora di più noto, a livello dei "decisori" politici l'incapacità di valutare preventivamente gli effetti delle decisioni, i costi e i tempi della transizione al nuovo assetto disegnato dalla decisione stessa. Vedo più spesso prevalere l'interesse " particolare" (del consenso immediato) a non dire quanto saranno lunghi i tempi, ad esempio prima che si generino nuove opportunità di occupazione.
    Mi chiedo tuttavia, pensando alle persone che incontro quotidianamente sui mezzi pubblici di una grande città (un luogo di osservazione delle dinamiche sociali (urbane) micidiale!) quanta gente abbia voglia e capacità di partecipare, di entrare nella complessità dei problemi. Nei blog e sulla rete va meglio, d'altra parte è proprio l'uso della rete che è sintomo di desiderio di comunicazione e partecipazione, ma è troppo poco. A partecipare sono ancora elites, mentre spesso anche qui prevalgono semplificazioni, luoghi comuni e slogan. Siamo sicuri di poter trovare un nuovo linguaggio o argomenti ponderati che spieghino le "Decisioni" e i tempi che richiedono per dare frutti? non c'è più tempo, si dice, e mi pare che tu abbia piena consapevolezza delle insidie delle riforme. Ne hai altrettanta sulla capacità di "nuove parole chiave" di catturare l'attenzione e la condivisione (non meramente il consenso)?
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